La necessità di fare sistema tra i diversi territori e le tante aziende del vino, e presentarsi uniti di fronte alle sfide del mercato globale, è da anni uno degli ostacoli che il settore deve imparare a superare. Ed è positivo che dodici tra i brand più importanti del panorama enoico del Belpaese, tra cui Banfi insieme a Cantine Ferrari, Sartori e Zonin, da Gancia al Gruppo Italiano Vini, da Marchesi di Barolo a Medici Ermete & Figli, da Santa Margherita a Drei Donà, da Terredora a Cantina Lunae, riunite nell’alleanza “Italia del Vino-Consorzio”, decidano di condividere uno spazio unico in un appuntamento fondamentale come il Vinexpo di Bordeaux (dal 16 al 20 giugno): 12 big abituati a farsi concorrenza, che mettono da parte la competizione, per un segnale di cambiamento importante, da esempio per tutto il settore. Complessivamente, le Cantine aderenti al Consorzio rappresentano il 10% dell’export italiano di settore, con oltre 400 milioni di euro, venduti ogni anno in decine di paesi del mondo, ed oltre a testimoniare il clima fortemente export-oriented del vino italiano, lo stand comune permetterà di offrire agli operatori professionali, in un’unica location, una visuale complessiva delle eccellenze italiane. Una prospettiva che coinvolgerà anche i tanti territori rappresentati: “il nostro Paese - spiega Ettore Nicoletto, presidente di Italia del Vino Consorzio - possiede una ricchezza che ci viene invidiata in tutto il mondo, capace di attirare milioni di turisti. L’enogastronomia è un motore economico importante e rappresenta una delle leve per far uscire più in fretta il Paese da questo momento di difficoltà. Quello che serve per sfidare la concorrenza internazionale è creare un sistema che metta insieme energie e strumenti tra i più importanti marchi presenti all’estero. Italia del Vino-Consorzio lo sta facendo dal 2009 con significativi risultati, alcuni dei quali, ad esempio l’Osservatorio economico con l’Unione italiana Vini, sono a disposizione dell’intero settore. Presentarci uniti a Vinexpo, in Francia, Paese capace di fare da sempre sistema e di grande tradizione enologica, vuole rappresentare un segnale importante, una dimostrazione ai mercati di un reale cambiamento di passo”.
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