Tagli ai fondi per la Politica Agricola Comunitaria del -5%: i timori del settore, espressi più volte da diverse voci, si sono concretizzati nella proposta di bilancio Ue post 2020, il primo post Brexit, che varrà dal 2021 al 2027, presentata oggi dalla Commissione Europea. Un bilancio che, nel complesso, vede un importo globale di 1.279 miliardi di euro, e che se per Pac e fondi di coesione prevede tagli ingenti, vede più che raddoppiare le risorse per migranti (2,6 volte in più rispetto ai fondi ora disponibili), Erasmus e giovani (2,2 volte), e crescere di molto quelli per sicurezza (1,8 volte), digitale e ricerca (1,6 volte). Si tratta di un aumento totale di risorse in questi settori pari a 109 miliardi di euro. L’aumento di risorse necessario per finanziare le nuove priorità, riporta l’Ansa, verranno ricavate da nuove risorse proprie dell’Ue (80%) e risparmi (20%), per un totale fino a 22 miliardi l’anno, pari al 12% dell’intero bilancio europeo.
Le nuove risorse includono una tassa sulla quantità di plastica non riciclabile per Paese (80 centesimi a kg), il 20% dei proventi della vendita delle quote di emissioni di Co2 e un’aliquota del 3% sulla nuova base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle società.
Il budget prevede anche due nuovi fondi per l’Eurozona, per un totale di 55 miliardi. Il primo, il Fondo di stabilizzazione degli investimenti, sarà di 30 miliardi ed è destinato a quei Paesi colpiti da crisi per aiutarli a mantenere costante il livello di investimenti pubblici tramite prestiti garantiti dal bilancio Ue. Il secondo fondo, da 25 miliardi, è destinato a fornire sostegno ai Paesi per la realizzazione delle riforme e per assicurare la convergenza per quelli che adotteranno l’euro.
Nel complesso, dunque, si tratta di un taglio non enorme, ma sostanzioso, per l’agricoltura Ue, che paga il conto delle nuove priorità dell’Unione Europea. Un conto che pagheranno anche gli agricoltori italiani che, ad ora, con un Paese senza Governo, hanno in Europa una voce ancora più debole del solito.
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