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LUSSO E REDDITIVITÀ

Knight Frank: redditività dei fine wine nel 2018 al +9%, guida la Borgogna, bene il Piemonte

Più che una notizia, una conferma, che poggia sui record delle aste e su tanti territori in rampa di lancio, come Rioja e California
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Knight Frank: redditività dei fine wine 2018 a+9%, guida la Borgogna, bene il Piemonte

Più che una notizia, una conferma: il vino, forte di un 2018 in cui ha visto crollare ogni record in tema di valutazioni ed aste, con i due casi più eclatanti legati a Romanée-Conti, con due bottiglie del 1945 battute per 496.000 e 558.000 dollari da Sotheby’s, a New York, e una collezione di oltre 1.360 bottiglie, anche con grandi formati, aggiudicata per 11,6 milioni di dollari in Svizzera, da Baghera Wines, secondo gli analisti dell’agenzia specializzata in investimenti di lusso e real estate Knight Frank, è in prospettiva ancora uno degli investimenti migliori. Del resto, è stato proprio il “The Wealth Report 2018” firmato da Knight Frank (che abbiamo analizzato qui, ndr) a sottolineare come nel 2017 il vino sia stato il secondo settore più redditizio su cui investire, con una rivalutazione dell’11%, secondo solo all’arte (21%), ma comunque sopra alla media. Leggermente diverso il risultato che emerge dal “Knight Frank Luxury Investment Index”, aggiornato al quarto trimestre 2018, che rivela come il vino sia comunque cresciuto, ma “solo” del 9%, specie grazie alle “R” di Borgogna, quelle di Raveneau, Romanée-Conti, Roumier e Rousseau, che hanno spinto la rivalutazione dei vini della Regione al +33%. Positivo anche l’outlook del Piemonte, considerato, al pari della Borgogna, tra i territori del vino più preziosi e prestigiosi al mondo, con la California, forse meno “desiderabile” ha fatto comunque segnare una crescita del 17,5%, mentre la Rioja, spesso in secondo o terzo piano, potrebbe essere la rivelazione di questo 2019. Meglio del vino fa il Whisky: le quotazioni delle bottiglie più rare, analizzate dal “The Knight Frank Rare Whisky 100 Index” hanno toccato il +40%, trainate dal record del The Macallan 1926 con l’etichetta dipinta a mano da Michael Dillon, battuta da Christie’s a 1,5 milioni di dollari.

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