Uno dei problemi che affligge il percorso del vino italiano nel mondo è la contraffazione, specialmente nei casi delle denominazioni più conosciute. I Consorzi sono, dunque, costretti a tutelarsi. Il Consorzio dell’Asti Docg, dopo aver scoperto casi di palese falsificazione del proprio prodotto come l’Asti Docg in lattina, ha organizzato un incontro con una qualificata delegazione del Ministero dell’Agricoltura e del Servizio Federale Doganale russo, a cui hanno preso parte rappresentanti dell’Icqrf. L’obiettivo è di giungere ad un protocollo condiviso, che individuando i tratti fondamentali dell’Asti Docg aiuti i funzionari russi a distinguere l’originale dal contraffatto, spesso prodotto nei paesi limitrofi.
Accanto ad una copia del Disciplinare di Produzione dell’Asti Docg tradotto in lingua russa, il Consorzio ha segnalato gli elementi principali su cui gli uffici preposti alla vigilanza nel settore vitivinicolo dovrebbero concentrarsi: il confezionamento in vetro, le diciture in etichetta e la presenza obbligatoria della fascetta ministeriale sul collo della bottiglia, della quale si è mostrato il potenziale. Semplicemente inserendo nel sito del Consorzio il codice univoco presente su ogni fascetta è possibile ottenere i dati di tracciabilità, permettendo così il confronto con quanto riportato in etichetta.
La Russia, come riporta il Consorzio dell’Asti, sta tornando ad essere uno dei mercati di riferimento per le esportazioni italiane, il cui valore è pari a circa 270 milioni. Particolarmente vitale il comparto dei vini spumanti, +17% nel 2018 per totali 166 milioni, tra cui spicca l’Asti Docg in versione dolce. Sono quasi 10 milioni le bottiglie annualmente vendute nel mercato russo, con un prezzo medio che oscilla tra i 10 ed i 15 euro.
Il direttore del Consorzio dell’Asti, Giorgio Bosticco ha dichiarato: “il confronto con le istituzioni locali è fondamentale per raggiungere la più ampia tutela dell’Asti Docg in Russia. Come spesso capita per i prodotti ad elevato valore simbolo del Made in Italy, anche qui si stanno verificando casi di contraffazione”. “L’immissione a prezzi concorrenziali di prodotti qualitativamente inferiori - continua Bosticco - oltre a provocare un enorme danno economico, mina l’immagine del nostro vino, che anche in Russia è sinonimo di qualità e lusso accessibile. Per questo, nello svolgimento dei poteri di tutela della Denominazione, il Consorzio dell’Asti Docg si impegnerà presso tutte le sedi preposte affinché tale fenomeno sia sconfitto ed i responsabili ne paghino le giuste conseguenze”.
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