Premessa d’obbligo: le previsioni di mercato sono sempre da prendere come indicazioni di sentiment, con scenari che possono cambiare, come si è visto negli ultimi mesi, da un momento all’altro. Sopratutto quando sono frutto di indagini messe a punto prima di eventi che, nei fatti, stravolgono lo scenario. Non di meno, possono servire a capire che direzione seguire. E, secondo il “Wine Trade Monitor” 2019 by Sopexa, per l’Italia del vino i prossimi anni saranno ancora di crescita, e soprattutto, pare, grazie ai più giovani. Almeno, secondo le opinioni raccolte, insieme a “Wine Paris”, intervistando 984 operatori tra importatori, distributori, grossisti e retailer, da 7 mercati come Usa, Uk, Germania, Giappone, Belgio, Cina ed Hong Kong.
Per tutti, Francia, Italia e Spagna rimangono i Paesi produttori più importanti con cui lavorare i tutti i mercati (anche se la Francia, rispetto all’edizione 2018, ha perso 17 punti percentuali). A livello di singoli mercati, in Usa, Germania e Giappone la maggioranza dei player prevede crescita nei prossimi 2 anni, mentre in Uk le previsioni sono più pessimiste, e nei restanti mercati il futuro sarà invece all’insegna della stabilità. In questo quadro, Italia e Francia si contendono ancora il primo posto in termini di potenziale di crescita, con la Francia che, però perde posizioni per gli intervistati di Cina, Belgio Hong Kong e Stati Uniti In Cina in particolare (forse il Paese per il quale le previsioni, vista la cronaca di queste settimane, sono più aleatorie), sono i vini australiani e cileni quelli indicati con ottime prospettive di crescita, seguiti dagli italiani. In Giappone, per la prima volta, i vini locali sono destinati a vedere la maggiore crescita delle vendite. collocati davanti ai vini francesi (36%) e ai vini italiani (24%).
Nel Regno Unito, la Brexit andrà a beneficio soprattutto dei paesi produttori di vino al di fuori dell’Europa: il 53% degli intervistati prevede una crescita per i vini cileni, il 45% per i vini australiani e il 40% per i vini argentini. Negli Stati Uniti, invece, i vini italiani starebbero beneficiando dell’impatto psicologico dell’aumento dei dazi doganali sui vini francesi dello scorso ottobre. In generale, e per il 59% dei partecipanti all’indagine, è ancora l’origine Francia che riporta la migliore performance, distanziandosi nettamente dai suoi concorrenti. Si rileva però una perdita di valore dell’immagine francese in Belgio e la sua totale assenza nel comparto dei vini considerati attraenti per i giovani.
L’Italia arriva al secondo posto, citata dall’11% degli intervistati. Alla produzione vinicola del Belpaese, assieme a quella dei vini australiani, si associano le migliori performance per quanto riguarda i criteri di “innovazione” e “attraenti per i giovani”. Entrando nel dettaglio dell’ambita fetta di mercato che riguarda le giovani generazioni, gli intervistati collocano Italia e Australia in testa (16%), seguite da Spagna (13%), Cile e Usa (entrambe 10%).
Altro trend che sembra destinato a consolidarsi è quello dei vini bio: per il 42% degli intervistati, i vini biologici e biodinamici sono la categoria di punta per i prossimi due anni, ad eccezione della Cina. E importanti saranno anche i vini a basso tenore alcolico: il 35% degli intervistati in Germania e il 24% nel Regno Unito vedono un potenziale in questa categoria, che si prevede vedrà la seconda crescita più alta nei prossimi due anni.
Quello che sembra destinato a rallentare, invece, è il treno dei vini rosati in Usa, con solo il 13% dei player americani che si aspetta un’ulteriore crescita per la categoria. Se tra i singoli territori di maggio successo la Francia domina sui rossi, con Bordeaux, Linguadoca, Côtes du Rhône e Borgogna, e se la gioca con la con la Nuova Zelanda (e Marlborough) sui bianchi, soprattutto con i vini della Loira, tra le bollicine il Prosecco domina in tutti i mercati presi in esame,guadagna posizioni il Cava in Giappone e Stati uniti, mentre per la maggior parte degli intervistati di Germania e Regno Unito la crescerà la categoria Cremant.
Sul fronte dei vitigni di maggior successo, il poker Cabernet Sauvignon, Pinot Nero, Chardonnay e Merlot rimane al comando, con il Cabernet Sauvignon in testa, destinato ad avere una performance particolarmente buona al di fuori dell’Europa, in particolare in Cina.“Siamo molto orgogliosi di presentare questi risultati - spiega Matteo Lefebvre, direttore Sopexa Italia - oltre ad essere riconosciuto come uno dei Paesi con maggiore prospettiva di crescita nei mercati intervistati, l’Italia vanta anche il riconoscimento di produttore di vini di grande interesse per le giovani generazioni. Questo rafforza la percezione della qualità della produzione vinicola italiana che si accompagna alla volontà di evolvere e di rimanere in ascolto dei trend e delle esigenze di tutte tipologie di consumatori”.
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