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QUOTAZIONI SAFER

Fare i vigneron in Francia? Non in Borgogna, dove un ettaro di Grand Cru costa 6,5 milioni di euro

Analisi WineNews sui prezzi dei vigneti: a Bordeaux, Pauillac al top, anche Champagne e Rodano sopra 1 milione di euro ad ettaro
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I filari di Borgogna

Diventare vignaioli costa. Non solo in termini di fatica e sacrificio, ma anche, più prosaicamente, da un punto di vista economico. E costa ancora di più se decidiamo di farlo in Francia, dove i prezzi dei vigneti sono, in alcuni casi, irraggiungibili. Certo, ci sono, come in Italia, enormi differenze di prezzo, e territori meno blasonati assolutamente alla portata, ma dalle quotazioni che emergono dal report di Safer - Società per lo sviluppo del territorio e l’insediamento rurale, analizzato da WineNews, l’aspetto che salta immediatamente all’occhio sono i 6,5 milioni di euro ad ettaro vitato nella Borgogna Grand Cru, valutazione in crescita del 4% sul 2018, con picchi di 15,5 milioni di euro ad ettaro nelle compravendite del 2019: essere Romanée-Conti, o Armand Rousseau, o Leflaive, non è decisamente per tutti. Altissime anche le quotazioni dei vigneti rivendicati a Bourgogne premier cru blanc: 1,65 milioni di euro ad ettaro (+4%), con picchi che superano i 3 milioni di euro. Più “economico” produrre Bourgogne premier cru rouge, con le quotazioni che arrivano ad una media di 710.000 euro (+4%), e valutazioni massime di 2,3 milioni di euro.
E se fare i vigneron in Cote d’Or, in media, presuppone un investimento di 735.000 euro ad ettaro, la Gironda è decisamente più accessibile. La media è infatti di “appena” 117.900 euro per un ettaro di vigna, ma si va dai 15.000 euro dei vini generici ai 2,3 milioni di euro di Pauillac (+5%), la casa di griffe come Château Lafite-Rothschild, Château Latour, Château Mouton-Rothschild. Scendendo sotto i due milioni di euro (ma con picchi di 4,5 milioni ad ettaro), per la precisione a 1,9 milioni di euro, ecco i vigneti di Pomerol, forse meno prestigiosi, ma con interessanti picchi di eccellenza, come Château Lafleur. Ancora più basse le quotazioni di Margaux, il terroir di Château Marhaux e Château Palmer, dove un ettaro vitato costa in media 1,3 milioni di euro (+18%), ma può comodamente arrivare a 2,5 milioni. Stessa quotazione media di Saint-Julien, denominazione in rapida ascesa grazie a griffe come Château Beychevelle, Château Leoville Les Cases, Château Leoville-Poyferre e Château Ducru-Beaucaillou. Sorprende, limitatamente al contesto delle quotazioni di Bordeaux, Saint-Emilion, dove i prezzi medi si aggirano sui 290.000 euro ad ettaro vitato (+7%).
Il terzo grande terroir di Francia, ma forse il primo per immaginario, considerando la popolarità dei grandi nomi delle bollicine francesi, da Taittinger a Bollinger, da Dom Pérignon a Bruno Paillard, solo per citarne alcuni, è quello, sconfinato, dello Champagne. Diviso essenzialmente in tre macro territori: la Marna, dove il prezzo medio dei vigneti è di 1,2 milioni di euro ad ettaro (-2%, ma sfiora l’1.7 milioni di euro in Côte des Blancs), l’Aube, a quota 957.000 per ettaro vitato (-4%), e l’Aisne, dove i vigneti costano 870.000 ad ettaro (+2%). E poi c’è la Loira, dove nascono due delle più grandi espressioni della produzione bianchista di Francia, ossia Sancerre, le cui quotazioni arrivano a 170.000 euro ad ettaro vitato, con punte di 320.000 euro, e Pouilly-Fuissé, con un ettaro vitato che vale 240.000 euro (più accessibile un ettaro a Pouilly-Fumé, quotato 155.000 euro). Infine, il Rodano, con la Côte-Rôtie ormai al livello dei maggiori terroir di Francia, almeno nelle valutazioni: un ettaro vitato costa ben 1,15 milioni di euro (+5%), mentre Crozes-Hermitage ha raggiunto i 135.000 euro ad ettaro (+ 8 %).

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