Il vino italiano si muove, il più armoniosamente possibile, per trovare le giuste contromisure alla crisi. Lo fa a Roma, in Parlamento, dove si discutono i decreti attuativi del Dl Rilancio, e lo fa, autonomamente, sui territori,anche per dare attuazione pratica a quanto previsto a livello nazionale, in termini di vendemmia verde e distillazione di crisi. A partire dalla Langhe, dove il Consorzio di tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani ha deciso di rafforzare le misure a tutela delle sue denominazioni con un provvedimento che punta a introdurre una riserva vendemmiale pari al 10% della produzione massima di uva ammessa per le Docg Barolo e Barbaresco. Il Consorzio deciderà poi, in base all’andamento del mercato, come destinare la riserva vendemmiale entro la prima data utile per l’immissione al consumo dei due vini (1 gennaio 2024 per il Barolo e 1 gennaio 2023 per il Barbaresco). Questa misura, prevista per la vendemmia 2020, sarà sottoposta al parere delle aziende associate nell’assemblea ordinaria che sarà convocata prima della nuova vendemmia.
Parallelamente, il CdA del Consorzio ha deciso di ridurre la quantità di vino non destinato alle Dop, modificando la destinazione degli esuberi di produzione di tutte le denominazioni, ad eccezione di Verduno Pelaverga Doc e Dogliani Docg. Gli esuberi di produzione verranno, quindi, ridotti dall’attuale 20% della resa ad ettaro al 5%, con il restante 15% obbligatoriamente destinato ad usi alternativi, come la distillazione.Questo provvedimento consentirà di eliminare potenzialmente 70.000 ettolitri dal mercato, valorizzando le produzioni di qualità. La resa di uva a ettaro delle Denominazione di Origine tutelate dal Consorzio infatti è tra le più basse in Italia e un’ulteriore eliminazione di eventuali esuberi di produzione contribuirà ad aumentarne il potenziale qualitativo, nel pieno rispetto della filosofia produttiva che il mercato ci riconosce da tempo.
“Abbiamo volutamente atteso e riflettuto sulla situazione attuale prima di prendere dei provvedimenti, per evitare di intervenire in modo affrettato”, dichiara il Presidente del Consorzio Matteo Ascheri. “Abbiamo osservato con attenzione i dati dei primi mesi del2020, che ci permettono un cauto ottimismo anche alla luce della recente ripartenza delle attività. Siamo ovviamente pronti a intervenire con ulteriori misure, se fosse necessario nei prossimi mesi. Il nostro obiettivo era e rimane la valorizzazione e la promozione delle nostre denominazioni attraverso strategie differenziate e mirate”. Strategie che il Consorzio ha inizialmente messo in campo un anno fa, attraverso il blocco triennale degli impianti di nuovi vigneti destinati alla produzione di Barolo e ha rafforzato con una massiccia promozione sui mercati internazionali, che ha visto oltre 200 cantine di Langa presentare i propri vini Barolo e Barbaresco a New York in febbraio 2020. “La campagna di promozione dei nostri vini di punta rimane centrale per l’attività del Consorzio. Il 2021 ci vedrà impegnati in diverse attività di formazione e degustazioni in Cina, mercato cruciale e dalle grandi potenzialità per Barolo e Barbaresco”, aggiunge Ascheri.Sono inoltre in fase di studio e realizzazione alcuni progetti strettamente legati alla tutela del territorio e alla sostenibilità in ambito fitosanitario, con l’obiettivo di ottenere una fotografia reale della situazione nei vigneti e in cantina, oltre a un piano che punta a ottimizzare la movimentazione delle merci all’interno dell’areale Unesco.
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