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La pandemia spariglia le carte: come cambiano i trend di Wine Intelligence per il 2020

I consumi caleranno, la sostenibilità sparisce dai radar, così come i vini del Sudafrica, e la rivoluzione del packaging è per bag-in-box e lattine
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I trend del vino globale per il 2020 ... aggiornati

Inutile girarci intorno, le previsioni su quello che sarebbe stato il 2020 del vino nel mondo, presentate da Wine Intelligence a Dicembre 2019, sono state spazzate via dalla pandemia di Covid-19, che ha sconvolto qualsiasi tendenza globale di consumo. Eppure, di previsioni c’è ancora bisogno, forse più di prima, perché comprendere l’impatto e gli effetti della crisi globale sul vino, come su ogni altro settore produttivo, diventa fondamentale per affrontare il futuro prossimo e muoversi nelle nebbie di un presente nebuloso. E poi, qualcosa rimane delle cinque previsioni per il 2020, a partire dal fatto che sarebbe stato un anno difficile, di passaggio, ed in effetti è così, sicuramente peggio di quanto ci si potesse aspettare, ma non da inficiare del tutto le tendenze individuate da Wine Intelligence, che sono comunque da “aggiornare”.
Il primo trend di cui tener conto, nel contesto attuale, è quello di una diminuzione del consumo globale di vino: andrà così, senza dubbio, ma per motivi ben diversi da quelli attesi.
Di buono, se vogliamo dare una lettura positiva, c’è che soffrirà meno di altri beni di consumo, come il caffè, le cene al ristorante ed il lusso, anche grazie ad alcune peculiarità che nessuno, oltre al vino, ha: con l’impossibilità di viaggiare e godere del proprio tempo libero, una bottiglia di vino è vista spesso come un modo per evadere, in maniera edificante anche dal punto di vista intellettuale, conservando una buona dose di divertimento anche se costretti in casa.
A pagare lo scotto della crisi globale, invece, è l’attenzione alla sostenibilità. Non vuol dire che non sia un aspetto importante, a cui i consumatori di vino prestano sempre maggiore attenzione, ma nel contesto generale non è , almeno per il momento, tra gli argomenti in cima alla lista delle preoccupazioni. Bisognerà aspettare che l’emergenza sanitaria e quella economica siano alle spalle per tornare a focalizzarsi su una rivoluzione ancora appena accennata, ma fondamentale per il nostro futuro, e non solo per quello del vino.
Resta, tra le previsioni di Wine Intelligence, la lenta avanzata dei vini infusi con il CBD, ossia il  cannabidiolo, uno dei due cannabinoidi principali della canapa sativa. È una nicchia, come detto già a dicembre 2019, che avrà bisogno di anni per imporsi, ma il dibattito sull’argomento è sempre vivace ed aperto, e la ricerca di rimedi naturali per la cura della salute, a maggior ragione dopo la pandemia di Coronavirus, potrebbe dare la spinta decisiva in tal senso.
A livello stilistico, Wine Intelligence suggeriva che il 2020 sarebbe stato l’anno in cui i consumatori avrebbero virato su vini generalmente più leggeri, specie bianchi freschi ed aromatici, rilanciando grandi produzioni come il Riesling tedesco ed i vini di Grecia, Portogallo e Sudafrica, oltre ai rosati di Regioni diverse dalla Provenza. Previsione tutto sommato che resta in piedi, anche se tutta da verificare nei prossimi mesi, con un attore che si fa giocoforza da parte: il Sudafrica, dove le misure anti Covid hanno imposto restrizioni importanti al settore enoico, sin dal livello produttivo, inficiando così la possibilità di un rilancio sul mercato globale dei propri vini.
Infine, l’ultimo aspetto riguarda il packaging, ed è, tutto sommato, una previsione ancora valida. Wine Intelligence aveva previsto una svolta verso contenitori più leggeri e dal minor impatto ambientale, a partire dalle bottiglie. In realtà, a cambiare sono soprattutto bag-in-box e lattine, i due formati resi più popolari, per trasportabilità, dal lockdown, con la bottiglia di verto che, con locali e ristoranti chiusi, è passata in termini di innovazione in secondo piano, ma la tendenza, sul lungo termine, di un alleggerimento di tutti i contenitori, resta valida. E poi, c’è la riconoscibilità e l’attrattività del brand, diventata ancora più importante nel lockdown: con poco tempo a disposizione per fare la spesa, spiccare tra tante bottiglie sullo scaffale, è fondamentale.

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