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SORRISI TRA I FILARI

Champagne, la vendemmia 2020, la più precoce di sempre, è agli sgoccioli. “Ed è splendida”

A dirlo il Comitè Champagne: “come nel 2018 e nel 2019, le condizioni climatiche hanno offerto una vendemmia di altissima qualità”

Dopo un 2020 travagliato sui mercati segnati dalla pandemia (con perdite stimate di 1,7 miliardi di euro di vendite a fine anno), e fatto anche di tensioni interne tra le varie anime di una filiera articolata tra viticoltori, piccoli produttori e grandi maison che hanno faticato non poco a trovare un accordo sulle rese, la Champagne sorride alla vendemmia grazie alla qualità delle uve portate in cantina. Almeno, è questo il messaggio del Comitè Champagne, con una vendemmia agli sgoccioli, quella 2020, che è la più precoce della storia per il territorio, iniziata il 17 agosto. E che, senza mezzi termini, viene definita “splendida. Il 2020 completa infatti una trilogia eccezionale: come nel 2018 e nel 2019, le condizioni climatiche hanno offerto una vendemmia di altissima qualità, la prima delle condizioni per elaborare grandi vini”, spiega il Comitè.
“L’inizio dell’anno è stato particolarmente piovoso, con il febbraio più umido mai registrato. Il caldo e la siccità sono iniziati da metà marzo e la vite ha iniziato a germogliare 16 giorni prima della media decennale; un vantaggio che non andrà perso, registrando anche una dinamica di maturazione eccezionalmente veloce nella settimana prima della vendemmia”. Ancora, “mentre l’anno scorso è stato battuto il record di temperatura (42,9°C), quest’anno è stato il mese di luglio ad essere il più secco della storia. A causa della siccità, i grappoli sono al di sotto della media per il peso, ma in ottimo stato sanitario. I mosti sono ben equilibrati, fruttati, hanno una bella freschezza e una grande espressione aromatica; il grado alcolico è compreso tra i 10 e i 10,5% gradi. L’anno 2020 resta ovviamente unico per le misure di sicurezza sanitaria legate all’epidemia di Covid-19 che hanno dovuto essere messe in atto per i circa 120.000 lavoratori stagionali reclutati nei vigneti e nei centri di pressatura”.
Nella precocità della vendemmia, ha influito anche la quantità. “Data la resa massima limitata a 8.000 kg di uva per ettaro, la vendemmia è stata effettuata, su base individuale, un po’ più velocemente del solito, ma è stata ripartita su un periodo normale di circa tre settimane, data l’eterogeneità di maturazione tra le annate e tra i vitigni.
La degustazione degli acini e dei vinaccioli e l’analisi del contenuto zuccherino dell’uva hanno permesso a ogni viticoltore di adattare l’inizio della vendemmia e di ottimizzare il suo ciclo di raccolta dell’uva, appezzamento per appezzamento, a maturazione ottimale. Con la superba trilogia 2018, 2019, 2020, la regione dello Champagne dovrebbe disporre tra qualche anno di assemblaggi e, probabilmente, di millesimi eccezionali, all’altezza delle celebrazioni dell’evento che tutto il mondo sta aspettando: la fine della pandemia di Covid-19”.

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