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COMMERCIO INTERNAZIONALE

Cina-Ue: via libera all’accordo per la protezione di 100 prodotti agroalimentare Ue

L’entrata in vigore a fine 2021, in lista anche tanto vino italiano, dal Prosecco al Chianti, dal Brunello di Montalcino al Barolo
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Il vino in Cina

Il quadro, molto ampio, è quello del trattato tra Unione Europea e Cina sugli investimenti di Pechino in Europa, che mira a riequilibrare la bilancia commerciale tra le due superpotenze, di cui si dibatte bilateralmente ormai da sette anni. Il primo passo, sperando che si dimostri propedeutico ad un accordo globale, riguarda l’accordo firmato due giorni fa per la protezione e la tutela di 100 eccellenze europee dell’agroalimentare. Tra cui 26 prodotti made in Italy, tra cui, stando sul nostro mondo, quello del vino: Asti, Barbaresco, Bardolino Superiore, Barolo, Brachetto d’Acqui, Brunello di Montalcino, Chianti, Conegliano-Valdobbiadene-Prosecco, Dolcetto d’Alba, Franciacorta, Montepulciano d’Abruzzo, Soave, vino Toscano, Vino Nobile di Montepulciano. Per l’entrata in vigore, bisognerà aspettare l’approvazione da parte del Parlamento europeo e poi il via libera del Consiglio dell’Unione Europea: passaggi che, secondo le istituzioni europee, arriveranno a conclusione entro la fine del 2021.
Come detto all’inizio, il quadro è decisamente più grande. E riguarda i rapporti commerciali tra Ue e Cina nel su insieme: trovare un accordo generale, sulla falsa riga di quello chiuso tra Washington e Pechino, potrebbe portare ossigeno anche alle esportazioni del wine & food del Belpaese, che fatica non poco a crescere sul mercato del Dragone, terza destinazione dei prodotti agroalimentari Ue con giro d’affari, nel 2019, di 14,5 miliardi di euro. In mezzo, però, ci sono ostacoli piuttosto alti da superare, che Bruxelles pare intenzionata ad affrontare con fermezza.
Mettendo alle strette il Dragone su almeno tre pilastri, come riporta Repubblica citando le parole della presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen: “Abbiamo un accordo su tre pilastri: comportamento delle aziende pubbliche cinesi, trasferimento forzoso delle tecnologie delle nostre imprese che lavorano in Cina e trasparenza relativa ai sussidi. Resta molto da fare su sviluppo sostenibile e accesso al mercato cinese, in particolare sulle barriere alla nostra tecnologia digitale nelle telecomunicazioni e nei trasporti”. Resta la distanza su questioni di importanza capitale come il clima e la gestione dei rapporti con Hong Kong, con la Cina che intanto, sul fronte dei rapporto commerciali con gli Usa, si prende una bella rivincita. Il Wto, infatti, ha bocciato i dazi, per 200 miliardi di dollari, imposti da Trump a Pechino nel 2018, giudicandoli contrari al diritto internazionale. Che sia un monito anche sul fronte Airbus-Boeing?

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