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“Italy Decanted - Classic wines & Great values”, l’Italia in copertina su “Wine Spectator”

Nell’ultimo numero (Ottobre 2020) della più importante rivista Usa, cover sul Belpaese, con la verticale del mito Tignanello (Antinori) ed il Veneto
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“Italy Decanted - Classic wines & Great values”, l’Italia in copertina su “Wine Spectator”

La passione degli americani per i grandi vini italiani, per fortuna, non si spegne con il Covid. E, pur tra le mille ed evidenti difficoltà sui mercati di questi tempi, è un segnale positivo la copertina dedicata al Belpaese, nell’ultimo numero (Ottobre 2020), da parte di “Wine Spectator”, la più diffusa ed importante rivista del mondo del vino. “Italy Decanted - Classic wines & Great values”, il titolo di copertina del magazine (che, dal 2021, vedrà arrivare il nuovo executive director Jeffery Lindenmuth, dopo le dimissioni di Thomas Matthews, che ha ricoperto il ruolo dal 1999 ad oggi, ma che rimane comunque come consulente dell’importante gruppo Usa, ndr), seconda cover del 2020 dedicata all’Italia (dopo quella “tradizionale” di aprile, in tempi normali in vista di Vinitaly, “The Magic of Italy”, con focus sul Piemonte), con, cover story, la grande verticale delle 39 annate di Tignanello, uno dei vini più importati della Marchesi Antinori e d’Italia, e sul “Veneto da scoprire”.
Nel primo caso, si tratta una grande degustazione, guidata da Piero Antinori e Renzo Cotarella, viaggio dalla prima annata del 1971 alla 2016, con le recensioni di Bruce Sanderson, secondo cui da “un punto di vista storico, Tignanello ha giocato un ruolo importante nel rinascimento del vino di Toscana e d’Italia, contribuendo alla crescita della conoscenza dell’Italia come Paese produttore di vini di classe mondiale”, e con le migliori annate, che sono le 1985, 1990, 1997, 2001, 2004, 2007, 2013, 2015 e 2016.
Ancora, tra i focus, quello firmato da Alison Napjus sul Veneto, che non è solo Amarone, Soave e Prosecco, comunque “stelle” delle Regione, ma anche molto altro. E così, si parla di Lugana, ed in particolare di produttori come Zenato (di cui il magazine celebra anche i 60 anni di storia), Tommasi e Montonale, ma anche di Breganze e Colli Berici, ed in particolare di cantine come Maculan e Inama.
E, ancora, sempre con Alison Napjus, spazio ai grandi Nebbiolo di Valtellina, sottolineando le produzioni di cantine come Nino Negri (Gruppo Italiano Vini), Arpepe, Rainoldi, Triacca, Nera, Mamete Prevostini, Sandro Fay, Balgera, Caven, Alfio Mozzi e Dirupi. E, da segnalare, tra gli altri, ancora un pezzo di Bruce Sanderson sul “The Power of Tuscany”, con il miglior assaggio in assoluto che è ancora firmato Antinori, con il Solaia 2016, e poi a seguire, tanti nomi importanti da tanti territori del Granducato, Chianti Classico su tutti, passando per Montalcino, Bolgheri, Montepulciano e non solo.
Solo alcuni highlights di un numero firmato dalla più importante ed influente rivista del vino in Usa, che è prima di tutto un attestato di interesse per il grande vini d’Italia, da un punto di vista, quello del mercato americano, che è comunque imprescindibile per il Belpaese enoico, anche in emergenza Covid, e che lo sarà, ancor di più, per la ripartenza quando la pandemia sarà superata.

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