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VINO E CRITICA

Valpolicella sul tetto del mondo con la griffe Allegrini, al n. 1 per il magazine Uk Decanter

L’Amarone Classico Fieramonte Riserva 2012 tra i “Wines of The Year”, con tanta Italia (da Il Poggione a Bortolomiol, da San Leonardo a Frescobaldi)

L’Amarone della Valpolicella Classico Fieramonte Riserva 2012 della griffe Allegrini è il miglior vino rosso dell’anno, secondo Decanter. E’ il verdetto della più influente rivista enoica in Uk - mercato tra i più importanti per il vino italiano e storicamente trend setter nel mondo - che, nel suo numero in edicola a Gennaio 2021, come WineNews è in grado di anticipare, ha pubblicato la lista dei migliori vini rossi e bollicine segnalati dagli esperti del mondo e dei degustatori di “Decanter”, e poi riassaggiati e messi in fila alla cieca dai giudici selezionati dalla rivista, il Master of Wine Andy Howard, il Master Sommelier e responsabile del vino al 67 Pall Mall Club di Londra, e Beth Willard, buying manager di Direct Wines. E così, il “cru” di Amarone di Allegrini, azienda tra le più importanti della Valpolicella ma non solo (ha cantine di primo piano anche in terra di Brunello di Montalcino, con San Polo, ed a Bolgheri, con Poggio al Tesoro), è al vertice assoluto della classifica come “Top Red”, insieme al parigrado tra gli spumanti, il “Top Fizz”, l’Ej Carr Late Disgorged 2004 di House of Arras, prodotti in Tasmania (Australia).
“È un grande riconoscimento per l’Amarone e per la Valpolicella - commenta, a WineNews, Marilisa Allegrini -
sono 40 anni che racconto nel mondo la Valpolicella, Verona, la Corvina e dell’appassimento, con grande amore e passione, e questo riconoscimento da parte di una rivista importante, e in un anno complicato come questo, mi rende molto felice. Ed è un grande premio per mio fratello Franco, che è stato caparbio, e ha aspettato che questo vigneto avesse la maturità fisiologica per fare un “cru” di Amarone, che è un vino che gode molto della tecnica di produzione, e che diventa speciale grazie ad u territorio e ad un vigneto bellissimo come quello di Fieramonte. Sono orgogliosa per i miei colleghi produttori, per le Famiglie Storiche, per quello che facciamo per tenere alta la bandiera di questa denominazione, che è passata alla ribalta mondiale in tempi recenti pur avendo una storia millenaria. E ancora tanto c’è da fare. Nei primi anni in cui andavo nel mondo, pochi conoscevano l’Amarone, e ancora, anche tra gli appassionati, non sono molti quelli che sanno che viene fatto con la tecnica dell’appassimento, e penso che questo premio sia anche ad un modo inusuale di produrre un vino secco da uve appassite. Stilisticamente l’Amarone ha molte sfaccettature, noi guardiamo molto all’eleganza, alla freschezze e alla piacevolezza, anche quando c’è un’estrazione importante, come nel caso del Fieramonte”.
Ma tanti sono i vini italiani segnalati in questa prima selezione di 64 vini, a cui poi seguirà una ulteriore selezione di 43 “campioni” tra vini bianchi, rosè, dolci e fortificati. Al n. 11, per esempio, c’è il Rosanna Rosè Extra Brut della piemontese Ettore Germano, davanti ad una icona del Prosecco Docg, il Valdobbiadene Prosecco Superiore Vecchie Viti 2019 di Ruggeri al n. 12. Posizione n. 13, invece, per il Riserva Blanc de Blancs Pas Dosè 2012 di Fattoria Montellori, dalla Toscana, mentre al n. 15 c’è ancora una bollicina tricolore, il Valdobbiadene Prosecco Superiore Brut Nature Rive San Pietro di Barbozza Gran Cuvée del Fondatore Motus Vitae 2018 di Bortolomiol, tra i nomi storici e di riferimento qualitativo della denominazione. Al n. 16 si vola nelle Langhe, con il Barbaresco Serraboella 2016 di Cigliuti, seguito dal Cepparello 2016 di Isole e Olena, in Toscana al n. 25, e dal Chianti Classico 2016 della Tenuta di Perano dei Marchesi Frescobaldi al n. 29, vino che nasce da una delle più belle tenute, che ha rappresentato lo sbarco ufficiale di Frescobaldi nel territorio del Gallo Nero. Posizione n. 31, invece, per il Brunello di Montalcino 2015 de Il Poggione, tra i nomi che hanno fatto la storia di Montalcino, azienda della famiglia Franceschi e condotta da Fabrizio Bindocci (a capo anche del Consorzio del Brunello di Montalcino, ndr), e uno dei punti fermi del territorio per qualità e vecchie annate. Al n. 44 si va a Bolgheri, con il Campo al Fico Bolgheri Superiore 2016 de I Luoghi, mentre al n. 46 si vola sull’Etna, con il Contrada R Rampante Terre Siciliane 2014 di Tenuta di Passopisciaro, per poi tornare sulle Dolomiti, con un grande classico del vino italiano come il San Leonardo 2015 della Tenuta San Leonardo della famiglia Guerrieri Gonzaga, nato dal genio di Giacomo Tachis nei primi anni Ottanta del Novecento, al n. 47, mentre chiude il gruppo degli italiani il Pinot Nero dei Colli Orientali del Friuli 2017 de La Tunella, al n. 59.

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