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IL ROGO

Incendi in Sardegna, danni devastanti a boschi e campagne. Si “salvano” i vigneti

A WineNews le testimonianze di Argiolas, Santadi, Siddùra e Sella & Mosca. “Un tragedia per tutta l’Isola, che si rialzerà come sempre”
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La Sardegna in fiamme, danni devastanti in provincia di Oristano

Non ci sono, o ci sono marginalmente, i vigneti, tra i 20.000 ettari di territorio devastati dalle fiamme in Sardegna, ma l’incendio che ha colpito soprattutto la provincia di Oristano, con boschi, pascoli, uliveti secolari, case (si parla di 1.500 sfollati) e intere aziende agricole inghiottiti dalle fiamme è un dramma epocale per tutta la Regione. “Abituata”, suo malgrado, a notizie del genere, ma non per questo meno sconvolta, soprattutto per l’evento che si è verificato in una fase in cui il turismo stava trainando la ripresa in una terra dove tutto quello che è legato ad agricoltura e vino è fondamentale. Le fiamme ancora non domate del tutto, l’emergenza da affrontare, ma anche la consapevolezza della forza di una terra che si è rialzata mille volte e saprà farlo ancora, come raccontano, a WineNews, produttori o manager delle cantine più importanti dell’Isola.
“Da noi a Serdiana, nel Sud della Sardegna, l’incendio non è arrivato - racconta Francesca Argiolas, alla guida della storica cantina di famiglia - ma, in questi ultimi tre giorni, è stato un disastro. In questa fase di ripresa proprio non ci voleva. È danno al patrimonio naturalistico e faunistico enorme, forse irrecuperabile, sono bruciati animali, ulivi secolari, e il vento continua a tirare, e anche se tanti focolai sembrano domati, c’è ancora allerta. Dal punto di vista vitivinicolo non ci sono stati grandi danni, ma è un boccone amarissimo per tutti, dal punto di vista umano, con tante persone sfollate, e che oltretutto fa male a tutta l’economia dell’Isola”.
“Gravi giornate di lutto toccano il cuore di ogni sardo, ma soprattutto quello degli agricoltori e degli allevatori che, per scelta di vita - commenta Massimo Ruggero, ad di Siddùra, altra storica cantina di Sardegna, a Luogosanto, in provincia di Sassari, anche in questo caso lontana dagli incendi - hanno deciso di essere con le loro aziende protettori e custodi della natura. Oggi questo patrimonio e questa filosofia hanno subito un danno irreparabile. Lo sconforto e l’emozione non si possono trattenere: la nostra azienda è vicina alle aziende che stanno vivendo l’incubo delle fiamme. Sarà dura, ma non dobbiamo arrenderci”.
“Noi siamo rimasti molto distanti dalla zona dell’incendio che ha colpito una zona prevalentemente di pascolo e tanto bosco che è andato in fiamme”, racconta da Alghero, nel nord ovest dell’Isola, Gianni Pinna, direttore della Tenuta Sella & Mosca del gruppo Terra Moretti. “Qui le fiamme non sono arrivate, ma il danno per l’Isola enorme, per boschi, oliveti e pascoli, e soprattutto per gli allevamenti, che sono rimasti senza foraggio. Anche noi ci stiamo attivando con mezzi e con quello che possiamo per aiutare gli operatori di quella zona. Questa degli incendi è una piaga che non riusciamo a debellare, ma la Sardegna saprà rialzarsi ancora una volta”.
“La zona più colpita è una zona della provincia di Oristano che fa capo a Cuglieri e a Santu Lussurgiu, noi siamo lontani, nel basso Sulcis, e non siamo interessanti dal fonte del fuoco e da questa parte che è stata danneggiata in maniera molto pesante - aggiunge Massimo Podda, ad della storica Cantina di Santadi, nella parte Sud Ovest della Sardegna - ma ci sono tante persone in difficoltà, anche nostri clienti con cui ci siamo sentiti esprimendo vicinanza. Un nostro distributore, per esempio, ha perso praticamente tutto. E la cosa brutta è che rispetto ai roghi che purtroppo siamo abituati a vivere, in questo caso specifico oltre a verde e natura il fuoco ha raggiunto gli abitati, con migliaia di sfollati, persone che hanno perso casa. Oltre agli allevamenti di cavalli e di ovini, sono molto importanti in quelle zone. Ne usciremo come sempre, ma sarà molto dura anche aiutare questi nostri conterranei. Ora serve concretezza, noi delle zone non toccate li aiuteremo, in tutti i modi possibili”.
“Migliaia di ettari di inestimabile patrimonio boschivo e macchia mediterranea andati in fumo, centri abitati accerchiati dalle fiamme e campagne distrutte con capannoni e strutture agricole bruciate e perdite ingenti tra coltivazioni e bestiame - ha dichiarato il presidente Cia/Agricoltori Italiani della Sardegna, Francesco Erbì -davanti a questa emergenza assoluta, siamo al fianco delle centinaia di agricoltori e allevatori che stanno lottando per cercare di salvare le aziende dal fuoco recuperando animali e mezzi di lavoro. Siamo pronti a garantire loro la necessaria assistenza, sia per la dolorosa conta dei danni subiti, sia per sostenerli nella ricostruzione e ripartenza. Restiamo vicini ai Comuni e alle popolazioni coinvolte e ribadiamo la completa mobilitazione del mondo agricolo per far fronte a qualsiasi necessità e per collaborare con la Protezione Civile, il Corpo Forestale e tutte le forze dell’ordine impegnate in questa terribile lotta contro gli incendi”.
“La situazione di straordinaria emergenza che sta vivendo la Sardegna richiede soluzioni di emergenza e, soprattutto, risorse straordinarie - ha sottolineato il presidente Cia/Agricoltori Italiani, Dino Scanavino -chiediamo al Governo di attivarsi subito per far fronte a questo disastro economico e ambientale con l’impiego tempestivo di fondi dedicati al ripristino immediato delle attività aziendali e al ristoro dei danni subiti da intere comunità, affinché il territorio possa ripartire con tutte le attività economiche. In particolare, una prima risposta per venire in soccorso del settore primario potrebbe essere l’erogazione in via straordinaria, immediata e automatizzata, dell’80% degli anticipi Pac ad agricoltori e allevatori, senza oneri o costi aggiuntivi”.

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