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L’INTERVISTA

“Il vino italiano è un brand, e Clessidra vuole costruire un leader del vino italiano nel mondo”

A WineNews, Andrea Ottaviano, ad Clessidra Private Equity Sgr, che controlla la maggioranza di Botter e Mondodelvino
ANDREA OTTAVIANO, BOTTER, CLESSIDRA, MONDODELVINO, vino, Italia
Andrea Ottaviano, ad Clessidra Private Equity Sgr

È sempre più forte l’interesse di fondi di investimento per il mondo del vino, come abbiamo raccontato spesso negli ultimi mesi. Tra i casi più importanti, senza dubbio, c’è quello del fondo Clessidra che fa capo alla famiglia Pesenti, e che, in pochi mesi, ha acquisito due realtà di primo piano come Botter, una delle più grandi realtà del Prosecco e della spumantistica, e Mondodelvino, altro colosso con il cuore in Piemonte, ma con realtà produttive e vini commercializzati da tutta Italia. Due investimenti importanti, quelli di Clessidra Private Equity Sgr, che ha acquisito la maggioranza di entrambe le realtà, costruendo così un gruppo dal giro d’affari stimato in 350 milioni di euro. Un’operazione importante, ed un segnale di grandi fiducia nel settore, come ha spiegato, a WineNews, l’ad Andrea Ottaviano. “Il mondo del vino è un settore che affascina da tempo sia Clessidra che il sottoscritto - spiega Ottaviano - ed il vino italiano è di per sé un brand nel mondo, ma non ha mai avuto una “casa” organizzata per spingerlo all’estero come noi crediamo meriti. E non parlo per forza dei grandi vini di pregio, quando di tutta quella produzione che rappresenta la pancia del mercato, il segmento che noi chiamiamo premium, non il primo prezzo, ma neanche i vini più costosi e che seguono canali tutti loro. Una grossa fetta della produzione di vino italiano, che, per essere apprezzata dai consumatori, ha bisogno di organizzarsi e strutturarsi, e quindi creare aggregazione e crescere, piuttosto che perdersi in dannose battaglie di prezzo tra cugini. E come Clessidra vogliamo essere il motore di questa aggregazione”. E sul perchè il percorso di Clessidra si partito proprio da due realtà come Botter e Mondodelvino, Ottaviano ha delle idee chiare: “ci sono tante ragioni, ma se dovessi citare le principali, non in ordine di importanza, direi la qualità della leadership imprenditoriale che abbiamo trovato, sia in Botter che in Mondodelvino; la naturale propensione all’export, perchè entrambe esportano il 95% del loro vino nel mondo; la complementarietà delle tipologie di vino prodotte e delle geografie servite, oltre al fatto che entrambe le leadership hanno sposato completamente il nostro progetto di aggregazione e crescita. Ed il fatto che le famiglie (i Botter nel caso di Botter, ed i Martini nel caso di Mondodelvino, ndr) siano rimaste nel management ad alti livelli si spiega in un modo molto semplice: come Clessidra noi entriamo nel capitale con quote di maggioranza in aziende di successo. Questo successo non deriva mai dal caso, ma dal lavoro fatto, dalle famiglie che hanno guidato l’azienda, ed è un valore che non può essere disperso”.
Come detto, quello di Clessidra, però, è solo l’inizio di un percorso, come spiega ancora Ottaviano: “l’obiettivo a lungo termine è creare un leader nella produzione e commercializzazione del vino italiano nel mondo, perchè il nostro obiettivo è quello dei mercati esteri. E questo non può che aver fare anche con la dimensione. Noi puntiamo a creare un gruppo da 500 milioni di euro di giro d’affari che possa essere complementare nella gamma dei prodotti e nella capacità di servire mercati e clienti diversi. Questo obiettivo potrà essere raggiunto con una crescita interna, ma anche con altre acquisizioni, che non vanno fatte per forza ma solo se sono coerenti con il progetto stesso. Ci sono territori dove possiamo fare meglio e che possono essere attrattivi, altri che ci piacciono e che ci mancano come la Toscana, per esempio”.
Obiettivi ambiziosi, come del resto sono quelli di tutti gli investitori finanziari che, da tempo, ma tanto più di recente, stanno investendo nel settore. “Quello che può portare una visione finanziaria, nel mondo del vino - chiosa Ottaviano - è la capacità di organizzarsi, la strutturazione delle competenze aziendali per la crescita. Lo stiamo vivendo noi, ma anche altri gruppi, e sarà estremamente positivo per il settore. La capacità di presentarsi ai mercati del mondo in maniera strutturata sarà un bene per tutto il vino italiano, non solo per il nostro progetto”.

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