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LAVORO E SOLIDARIETÀ

I custodi dei vigneti Unesco di Langhe e Monferrato sono i migranti che scappano dalle guerre

Fisiologia, botanica, potatura, dimostrazioni pratiche: il progetto di formazione di Cia Asti che avvicina alla vite rifugiati e richiedenti asilo
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I migranti custodi dei vigneti Unesco

Alì dal Pakistan, Kelvin dalla Nigeria, Ibrahima dal Gambia, Ismail dall’Afganistan. Sono alcuni dei giovani migranti - ragazzi tra i 25 ed i 39 anni, scappati da contesti di guerra, fame e soprusi, giunti alla frontiera italiana dopo aver percorso a piedi migliaia e migliaia di chilometri, attraversando la Turchia, la Grecia e i Balcani - che si sono cimentati con il primo Corso di conoscenza e cura della vite, promosso dal sito Unesco “Paesaggi vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato”, insieme a Cia - Agricoltori Italiani di Asti ed a Piam onluss, che accoglie i migranti promuovendo programmi di agricoltura etica e sociale. Un modo per avvicinare alla vite una dozzina di richiedenti asilo e rifugiati inseriti nel progetto Prometeo della Rete Sai - Sistema Accoglienza e Integrazione, pronti a diventare i custodi dei vigneti Unesco.

Nel programma di formazione, curato da Marco Pippione, enologo e direttore di Cia Asti, e da Francesca Serra, agronomo del servizio tecnico Cia - Agricoltori Italiani, la fisiologia e la botanica della vite, nozioni teoriche e pratiche di potatura, nozioni di meccanica agraria generale, strategie per una viticoltura sempre più eco-sostenibile, norme igieniche, esercitazioni e dimostrazioni pratiche nel vigneto sperimentale di Villa Quaglina, ma anche lezioni in aula con video e dispense e un modulo culturale rivolto alla conoscenza dei Paesaggi Vitivinicoli del sud Piemonte, patrimonio Unesco, curato dal direttore del sito Roberto Cerrato.

“La partecipazione e l’interesse sono stati superiori alle aspettative i ragazzi ci hanno fatto molte domande sullo stato vegetativo della vite, sulle malattie più diffuse, sulle tecniche di potatura”, commenta Marco Pippione. “Hanno tanta voglia di imparare e vorrebbero restare a lavorare in Italia, sono molto colpiti e affascinati dai paesaggi vitati”, aggiunge Simona Povigna. “Abbiamo un grande bisogno di manodopera specializzata che si fatica a reperire pochi sono i giovani astigiani che vogliono dedicarsi al mondo agricolo ed è importante ricordare che senza la manodopera straniera le nostre aziende non avrebbero un futuro. Favorire l’integrazione con percorsi culturali e professionali è una strada obbligata per la sostenibilità del territorio dal punto di vista economico e sociale”, ricorda Marco Capra, presidente Cia - Agricoltori Italiani di Asti.

Gianfranco Comaschi e Roberto Cerrato, presidente e direttore dell’Associazione Paesaggi Vitivinicoli di Langhe - Roero e Monferrato, sottolineano, infine, come “il progetto di inclusione “La tutela dell’autenticità di un paesaggio vivente tra tradizione, innovazione e globalizzazione nel sito Unesco dei Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte” ha consentito di inaugurare la collaborazione con il mondo agricolo che è parte integrante e risorsa indispensabile per il mantenimento del nostro sito Unesco. Ѐ nostro intento attivare una collaborazione sempre più forte con i Comuni e le risorse del territorio per fare in modo che i “custodi delle vigne”, sempre più spesso stranieri, possano trovare un inquadramento professionale corretto e nello stesso tempo comprendere il valore del contesto in cui sono inseriti”.

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