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FINE WINE

Liv-ex 1000, +0,8% a giugno. Ornellaia 2018 terzo per scambi e per crescita del prezzo medio: +9,5%

Il contesto economico non aiuta, anche Poggio di Sotto e Masseto nella Top 10 delle performance migliori. +1,6% per lo Champagne 50
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Ornellaia

I prezzi dei fine wine continuano a crescere anche a giugno 2022, con il Liv-ex 1000, l’indice che raccoglie i sette indici regionali del Liv-ex (Bordeaux 500, Bordeaux Legends 40, Burgundy 150, Champagne 50, Rhone 100, Italy 100 e Rest of the World 60) e che analizza l’attività di trading di 600 wine merchant, che segna il +0,8%, la crescita più bassa da inizio anno, mentre il Liv-ex 100, il benchmark del settore (di cui fanno parte, per l’Italia, il Barolo 2016 di Bartolo Mascarello, il Barolo Monvigliero 2016 di Comm. G.B. Burlotto, il Barbaresco 2018 di Gaja, il Barolo Monfortino Riserva 2013 e 2014 di Giacomo Conterno, il Masseto 2016 e 2016 e l’Ornellaia 2018 di Frescobaldi, il Brunello di Montalcino 2016 di Poggio di Sotto, il Sassicaia 2016, 2017 e 2018 della Tenuta San Guido, il Soldera Case Basse 100% Sangiovese 2016, il Solaia 2018 ed il Tignanello 2016 e 2018 di Antinori), si ferma al +0,7%, proprio come a maggio 2022, con la metà delle etichette in territorio positivo, anche se la performance, in euro, è, invece, in calo dello 0,4%, e in dollari segna il -2,8%. Il Liv-ex 50, che traccia gli scambi dei Premiers Grand Cru Classé, cresce appena dello 0,1%, in un contesto comunque molto complesso, tra la paura per una recessione economica, la stagflazione e la crescita dei tassi di interesse.

Fa passi avanti, al giro di boa del 2022, l’Italy 100 (formato dalle ultime 10 annate in commercio di Barolo Bartolo Mascarello, Barbaresco Gaja, Barolo Cascina Francia Giacomo Conterno, Barolo Monfortino Riserva Giacomo Conterno, Masseto, Ornellaia, Sassicaia Tenuta San Guido, Solaia, Soldera Case Basse 100% Sangiovese e Tignanello), in crescita del +1%, e più in generale tra le 10 migliori performance mensili ci sono ben tre etichette del Belpaese: l’Ornellaia 2018 (+9,5%, ad un prezzo di 1.755 sterline a cassa), terzo vino più scambiato a giugno 2022 e al terzo posto per crescita del prezzo medio, dietro a Romanee-Conti 2017 Domaine de la Romanee-Conti (+20,1%), prodotto in appena 627 casse, e Dom Pérignon 2010 (+14,7%), il Brunello di Montalcino 2016 di Poggio di Sotto (+7,1%, 2.200 sterline) al settimo posto e il Masseto 2016 (+6,6%, 9.540 sterline) all’ottavo posto.

L’indice più performante è lo Champagne 50 (+1,6% e +50,8% negli ultimi 12 mesi), con Perrier Jouët Belle Epoque 2012, Dom Pérignon 2010 e Salon Le Mesnil-sur-Oger Grand Cru 2006 che segnano crescite tra il 13% e il 19%. Sia il Burgundy 150 che il Rest of the World 60 hanno segnato il +1,3% di crescita, mentre il Bordeaux Legends 40, che raccoglie vecchie annate degli anni 90 e 2000, è stato l’unico indice a chiudere in territorio negativo (-0,7%).

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