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Stefano Masini: gli agricoltori biodinamici come monaci benedettini, tra manualità e spiritualità

La riflessione nel volume “Biodinamica: stregoneria o agroecologia?”, supportato da Demeter. Nel 2024 il pensiero di Rudolf Steiner compie un secolo
BIODINAMICA, CARLO PETRINI, DEMETER, RUDOLF STEINER, SLOW FOOD, SLOW FOOD EDITORE, STEFANO MASINI, Italia
“Biodinamica: stregoneria o agroecologia?” a cura di Stefano Masini per Slow Food Editore

La biodinamica è un modello produttivo che dice la sua sul mondo che lo circonda e consente a migliaia di agricoltori di fare il proprio mestiere senza depredare risorse, restituendo al pianeta Terra più di quanto viene sottratto ogni giorno, e in un secolo “ha dimostrato di essere un metodo vincente, così come lo sono i suoi preparati, ad esempio il corno letame. Mi piace paragonare gli agricoltori biodinamici a dei monaci Benedettini, perché entrambi basano il loro operato sia sul lavoro manuale che sul pensiero spirituale”. È la riflessione di Stefano Masini, professore di Diritto agrario e Diritto alimentare all’Università di Roma Tor Vergata, curatore e co-autore del volume “Biodinamica: stregoneria o agroecologia?”, con 12 firme autorevoli che spiegano che cosa sia la biodinamica e perché non vada demonizzata, ma vista come custode dei nostri fragili equilibri ambientali, con l’introduzione del fondatore Slow Food Carlo Petrini, e supportato da Demeter Italia, l’associazione che riunisce oltre 700 aziende agricole e alimentari biodinamiche. E il cui presidente, Enrico Amico, ricorda come “l’anno prossimo ci sarà il centenario di quelle che furono le 8 conferenze di Rudolf Steiner. Dopo 100 anni, la biodinamica è rimasta la stessa, ovvero sinonimo di qualità e pratiche che orientano la scelta del consumatore. Ogni azienda Demeter (in primo luogo certificata Biologica) rappresenta infatti un organismo in salute, e così lo sono anche i suoi “organi”: suolo, piante, animali e agricoltore, quest’ultimo maestro d’orchestra di un sistema integrato dove tutto è in armonia”.
Vino naturale, vino bio o altre definizioni analoghe: questi prodotti conquistano giovani e navigati bevitori, e scatenano grandi dibattiti. Dietro quelle parole si nascondono molti vignaioli e agricoltori che praticano la biodinamica, un modo di coltivare (e di rispettare) la terra con radici ancestrali ma anche fondamenti scientifici e valori verificabili in maniera empirica. Ma non c’è soltanto il vino. Il successo di catene di supermercati “verdi”, come per esempio NaturaSì, ha portato i prodotti da agricoltura biodinamica nelle case di milioni di persone che ne apprezzano le qualità e il ridotto impatto sugli ecosistemi. “Biodinamica: stregoneria o agroecologia?” (Slow Food Editore, collana Terra Madre, 2023, pp. 176, prezzo di copertina 16,50) nasce dalle polemiche legislative che non hanno riconosciuto la biodinamica, al pari del biologico, tra le tecniche sostenibili scientificamente approvate, scatenando un acceso dibattito nel mondo politico e tra gli attivisti e i sostenitori dell’agroecologia.
Un dibattito che è stato al centro della presentazione del volume nei giorni scorsi a Palazzo Theodoli a Roma, in una conferenza per accrescere la consapevolezza sul metodo biodinamico di fare agricoltura e per instaurare un dialogo sui suoi aspetti etici e attuali. Secondo Marco Cerreto, capogruppo Commissione Agricoltura presso la Camera dei Deputati, è importante sottolineare l’impegno del modello biodinamico e “legittimarne” le azioni. “Il Governo dovrebbe porre l’attenzione alla biodinamica, un vero e proprio approccio agricolo dal punto di vista culturale e olistico”. Per Maria Chiara Gadda, prima firmataria della proposta di legge sulle produzioni agricole con metodo biologico, occorre riprendere il discorso sull’agricoltura biodinamica proprio perché non è stata inclusa nella regolamentazione. “La biodinamica è un fenomeno su larga scala basato su un’economia reale: non si tratta solo di piccole aziende, ma anche di imprese di dimensioni considerevoli che talvolta si basano su grandi numeri. La legge è stata scritta per riconoscere un fenomeno e svilupparlo: i contestatori non ne capiscono l’importanza e l’attualità, oltre al fatto che esiste una cultura condivisa in materia”. “Nei vari settori l’agroalimentare ha la priorità assoluta e occorre valorizzarlo, contrapponendosi a un’economia globalizzata dominata dai “big” - ha detto Ettore Prandini, presidete Coldiretti, della quale Stefano Masini è coordinatore dell’Area ambiente e territorio - con la biodinamica è possibile porre l’accento sulla qualità del cibo e sulla biodiversità, patrimoni culturali del nostro Paese”. Sullo stesso fil rouge, Simone Vieri, professore all’Università La Sapienza di Roma, che ha sottolineato come “la nostra alimentazione è sempre più standardizzata e la biodinamica, con il suo approccio, potrebbe rappresentare una vera “alternativa”. Andare a ricercare un equilibrio nel settore agricolo costituisce la grande sfida per raggiungere la sostenibilità”.

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