Il Brunello Vallocchio - il cui nome rimanda ad un antico toponimo del versante non lontano da Castelnuovo dell’Abate, dove si trovano i vigneti che lo generano - è uscito sul mercato per la prima volta con l’annata 2010. La versione 2020, maturata in legno grande e tonneau per 36 mesi, profuma di frutti rossi e neri, fiori appena appassiti, tabacco, corteccia e spezie. In bocca il sorso è pieno e dalla solida articolazione tannica, che conduce uno sviluppo polposo fino ad un finale persistente ancora sul frutto e le spezie. La Tenuta Fanti è condotta da Filippo Fanti, che alla fine degli anni Settanta del secolo scorso l’ha trasformata da azienda mezzadrile in realtà vitivinicola a tutto tondo. Da anni - ad affiancarlo nella gestione aziendale, che in più produce olio, miele e zafferano - troviamo sua figlia Elisa ed Elena. La cantina, da cui esce una produzione complessiva di 200.000 bottiglie, è alimentata da 50 ettari a vigneto, collocati tra i 150 e i 400 metri sul livello del mare e distribuiti su vari appezzamenti nel quadrante sud-est della denominazione, non lontano da Castelnuovo dell’Abate e tutti nel raggio di pochi chilometri dal centro aziendale. L’impresa, evidentemente, punta in prevalenza sul Sangiovese (per il Rosso di Montalcino, il Brunello, il Brunello selezione e il Brunello Riserva), da cui ottiene vini succosi e intensi, declinati con uno stile dal tratto moderno e spigliato.
(are)
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