
Riprendendo il concetto di contemporaneità del filosofo italiano Giorgio Agamben, secondo cui “il contemporaneo è l’intempestivo”, il vino ha saputo reinventarsi e reinterpretare se stesso, restando sempre attuale e contemporaneo. Tanto che, come sostengono in molti, il vino non è mai stato così buono come oggi, i viticoltori non sono mai stati così attenti all’ambiente con uno sforzo anche scientifico di rendere la viticoltura un’agricoltura in equilibrio con la natura, il paesaggio viticolo non è mai stato così curato, le vigne non sono mai state così armoniose e sostenibili e le cantine non sono mai state così belle, curate ed eleganti, e, dall’altra parte del calice, gli estimatori del vino non sono mai stati così informati. Forse, di fronte al calo dei consumi da un lato e alla necessità di dimostrare che il suo consumo è diverso da quello del resto degli alcolici, ma non solo, non è il vino in sé ad essere in discussione, ma il modo in cui lo si racconta. Per questo, oggi, è nato “Wine is a Contemporary Story”, un Manifesto culturale, che da un’affermazione diventa un programma, un approccio al lavoro e una visione del mondo per raccontare il vino con parole nuove, che parte dalla Sicilia, dove Planeta, tra le cantine artefici del “rinascimento” del vino siciliano, ha riunito alla Cantina Buonivini a Noto opinion leader di diversi settori del made in Italy, dal mondo accademico alla cultura, dal vino alla cucina, dal giornalismo alla comunicazione (tra cui WineNews), per contribuire alla sua stesura.
“È come se il mondo del vino oggi fosse messo in discussione, sotto attacco da tanti punti di vista, in primis i cali dei consumi, con una narrativa che prima era tutta in positivo e ora mi appare più critica e negativa - sostiene Alessio Planeta, ad e responsabile tecnico delle Aziende Agricole Planeta, e ideologo del Manifesto culturale - eppure, il vino è da sempre un simbolo di convivialità, un elemento capace di unire le persone e arricchire le relazioni umane, favorendo la condivisione e il dialogo. In un’epoca in cui il suo valore rischia di essere frainteso o sottovalutato, è fondamentale ricordare che il vino non è solo un prodotto, ma un’esperienza culturale e sociale che da millenni accompagna l’umanità”.
Il vino è contemporaneo perché, come l’arte e la cultura, è espressione del tempo in cui vive, pur mantenendo un dialogo costante con il passato e proiettandosi nel futuro. L’arte di produrre vino è anche un gesto creativo (come ha spiegato, nella sua riflessione, il filosofo Nicola Perullo, professore di Estetica e Rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo di Slow Food), proprio come la musica, il teatro o la letteratura. Le cantine diventano spazi di espressione artistica - come Buonivini, sfondo di “Costellazione d’arte”, il progetto di arte contemporanea di Planeta, nato da un’idea di Valentina Bruschi, Vito Planeta e Ignazio Mortellaro, che fonde la bellezza del paesaggio siciliano con la creatività di rinomati artisti nazionali e internazionali come Emiliano Maggi, Giuseppe Buzzotta e Pietro Ruffo, nate nella prima residenza nomade tra i vigneti italiani “Viaggio in Sicilia”, creando un’esperienza immersiva che celebra l’interazione tra vino, arte e natura - le vigne si trasformano in scenari per il teatro e la musica, il tempo della vinificazione si intreccia con il tempo della riflessione. La bellezza dei luoghi, l’eleganza delle cantine e l’estetica sono elementi essenziali di questa narrazione contemporanea, in cui il vino non è solo un prodotto, ma un’esperienza culturale totale.
Anche la sua narrazione si riscrive costantemente, adattandosi, trasformandosi e restando per questo sempre attuale. La ricerca Planeta, alla base anche della nascita del Manifesto culturale, non è solo viticola ed enologica, ma anche filosofica: cosa significa essere contemporanei oggi? Seguendo la riflessione del filosofo Giorgio Agamben, il contemporaneo è colui che aderisce al proprio tempo attraverso una sfasatura, una distanza critica che permette di comprenderlo e di ridefinirlo. Il vino condivide questa tensione tra presente e passato: è una materia viva, in continua evoluzione, che sfida il tempo e le sue definizioni. Siamo passati dal vino dei vitigni negli Anni Ottanta, al vino dei brand negli Anni Novanta, al vino dei territori negli Anni Duemila, al vino ideologico e naturale del 2020, fino ad arrivare al vino di oggi, che cerca un equilibrio tra identità, sostenibilità e innovazione. Attualizzare questo percorso significa raccontarlo in una prospettiva contemporanea, valorizzandone l’evoluzione estetica, produttiva e culturale.
Per Planeta, il 2025 sarà dedicato al racconto del vino come una storia contemporanea, attraverso una serie di eventi e iniziative che riaffermano il suo ruolo di ponte tra passato e futuro, di testimone del tempo e di protagonista della cultura attuale. Eventi legati da un unico filo conduttore: la convinzione che il vino non sia solo un prodotto, ma un linguaggio, un’esperienza, una forma d’arte in sé.
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