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EMERGENZA

Alluvione in Toscana, settore vivaistico in ginocchio: “a Pistoia 360 milioni di export a rischio”

Coldiretti lancia l’allarme in una zona dove operano 1.300 aziende agricole, la maggior parte a conduzione familiare
AGRICOLTURA, ALLUVIONE, Coldiretti, MALTEMPO, TOSCANA, VIVAISMO, Italia
I danni dell’alluvione nel pistoiese

Un disastro che sta mettendo in ginocchio un settore, quello vivaistico, tra i più importanti in Europa. In Toscana il maltempo è stato crudele compromettendo le eccellenze produttive del territorio. Tra le aree più colpite c’è quella di Pistoia, dove tante realtà hanno perso la loro produzione con una vera e propria corsa a salvare le piante dall’alluvione. Terreni allagati, piante cadute a terra, serre divelte, trattori e macchine agricole finite nel fango come pure vasetti e concimi, questo il bilancio delle perdite tracciato da Coldiretti che ha fatto il punto della situazione. “Sono a rischio esportazioni per 360 milioni di euro nel distretto dei vivai di Pistoia dove operano 1.300 aziende agricole, la maggior parte a conduzione familiare, specializzate nella produzione di piante ornamentali da esterni, per il verde pubblico e privato che è stato profondamente ferito dall’ondata di maltempo che ha investito la Toscana. In ginocchio ci sono molte aziende di un tessuto produttivo con un fatturato stimato in 1 miliardo di euro che guarda decisamente al mercato estero”. Per Coldiretti, a preoccupare, oltre ai danni diretti, ci sono quelli indiretti provocati dalle difficoltà di rispondere alle richieste dei clienti stranieri che potrebbero decidere di rivolgersi altrove: per questo gli imprenditori stanno lavorando affannosamente per cercare di salvare le piante e ripulire le aziende dal fango in un mese, quello di novembre, dove da tutta Europa vengono in visita ai vivai per scegliere le piante da ritirare in primavera. Ammontano ad almeno 50 milioni di euro i danni nelle campagne a causa della tempesta Ciaran, dato frutto dell’analisi Coldiretti che evidenzia come “per l’eccezionale perturbazione oltre a terreni e vivai, finiti sotto oltre un metro di acqua, si contano stalle, fienili e serre scoperchiate, trattori nel fango, alberi da frutto e olivi spezzati ma anche strade e vie rurali colpite da frane e smottamenti”. Ma la conta dei danni è in evoluzione, di certo c’è che le aziende hanno bisogno di sostegno per ripartire. “Con le strutture Coldiretti sul territorio - sono le parole del presidente dell’organizzazione Ettore Prandini - stiamo monitorando la situazione a mettendo in campo la prime misure affinché alle imprese agricole colpite vengano garantiti gli aiuti necessari per ripartire”, ma, allo stesso tempo, secondo Prandini, “sono necessari interventi strutturali per contrastare i sempre più devastanti effetti dei cambiamenti climatici a partire da investimenti anche grazie al Pnrr per la manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque con una rete di piccoli invasi”.

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