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VINO E ARCHITETTURA

Antinori nel Chianti Classico, Petra e Rocca di Frassinello, al top del connubio architettura-vino

Il magazine di architettura Usa “Architectural Digest” ha messo in fila le 19 creazioni migliori al mondo degli archistar tra i filari

Il binomio tra vino ed architettura è tutt’altro che nuovo, ma negli ultimi anni l’incontro tra archistar e imprenditori enoici ha dato vita a vere e proprie cattedrali in ogni angolo del mondo. A partire dall’Italia, ovviamente, dove secondo “Architectural Digest”, uno dei magazine di riferimento nel mondo dell’architettura, si trovano tre delle diciannove cantine di design più belle: “Antinori nel Chianti Classico”, a San Casciano Val di Pesa (Firenze), progettata da Marco Casamonti dello Studio Archea Associati ed ispirata ai tagli di Fontana, è stata inaugurata alla fine del 2012, diventando la nuova sede della famiglia Antinori, oggi alla ventiseiesima generazione di vignaioli, è un esempio perfetto di integrazione nel territorio, che gli è valso, nel 2014, il premio “Building of the Year”; “Rocca di Frassinello”, dependance maremmana (siamo vicino a Giuncarico, nel comune di Gavorrano) della griffe chiantigiana Castellare di Castellina, vanta la firma prestigiosa di Renzo Piano, che si apprezza soprattutto negli elementi industriali, come la torre rettangolare che sovrasta la cantina riflettendo la luce al suo interno; “Petra Winery”, la cantina di Suvereto del Gruppo Terra Moretti, progettata dall’architetto svizzero Mario Botta, che ha portato in provincia di Livorno alcuni dei suoi elementi architettonici distintivi: la forma cilindrica, che ricorda quella del Museo di Arte Moderna di San Francisco) ed il giardino sul tetto, simile a quello della Cattedrale della Resurrezione di Evry, in Francia.
Con le altre cantine, si viaggia davvero da un angolo all’altro del mondo, a partire da Templeton, in California, dove troviamo la “Epoch Estate Wines” di Lake|Flato Architects, mentre in Napa Valley è imperdibile la cantina di “Trinchero Napa Valley”, nata dalla collaborazione tra il designer Erin Martin e lo studio di architetti di San Francisco BAR Architects. Poco lontano, a Calistoga, c’è “Clos Pegase Winery”, costruita nel 1987 su un progetto di Michael Graves, uscito vincitore dal concorso voluto dalla proprietà della cantina californiana e supervisionato dal Museum of Art di San Francisco. Anche la “casa” di “Opus One”, griffe quotatissima della Napa Valley, progettata da Scott Johnson of Johnson, Fain & Pereira, è tra gli indirizzi da segnare in agenda. Tornando nella Vecchia Europa, in Spagna è praticamente un monumento nazionale “Bodegas Ysios”, costruita su un progetto di Calatrava nel 2001, con il suo inconfondibile tetto ondulato. Non è da meno “Marqués de Riscal”, che per la sua “casa del vino” ha puntato su un visionario come Frank Gehry, mentre “Bodegas Portia”, nella Ribera del Duero, firmata dallo studio Foster + Partners e inaugurata nel 2010, è un inno alla modernità. Infine, chiudendo il cerchio e tornando in Rioja, “R. López de Heredia”, per i 125 anni di storia dell’azienda, nel 2006, ha pensato bene di regalarsi una “ristrutturazione” firmata da Zaha Hadid: un parallelepipedo a base triangolare che ospita un wine shop ed una sala degustazione.
Un altro nome di riferimento per il mondo dell’architettura, Christian de Portzamparc, è l’ideatore della nuova veste stilistica di un’azienda mito come “Château Cheval Blanc”, griffe di Saint-Émilion (Bordeaux). In Portogallo, invece, da segnalare “L’And Vineyards”, dove il bianco tipico delle costruzioni della Regione dell’Alentejo, nella declinazione dello studio Promonotiro di Lisbona la fa da padrone, mentre nella Valle del Douro imperdibile “Niepoort Winery”, dell’austriaco Andreas Burghardt, che riprende forme e colori dei vigneti dell’azienda. Volando in Sud America, in Cile spicca “Lapostolle Clos Apalta”, un nido d’uccello su sei livelli,disegnato da Amercanda Architects, in legno e vetro, che domina i vigneti dell’azienda francese, ma da merita il viaggio anche “Vik”, la gigantesca cantina progettata da Smiljan Radic, al centro della grande proprietà vitata, interamente interrata: spiccano solo una struttura ampia e bassa ed una sorta di lago artificiale con le acque che raffreddano l’impianto produttivo della cantina. Poco distante, in Argentina, per la precisione a Mendoza, c’è “O. Fournier Winery”, cantina al servizio del lavoro firmata da Bormida & Yanzon. Luci al led, alta tecnologia, richiami alle pitture africane rendono unica “Kunjani Wines”, in Sud Africa, nella regione viticola di Stellenbosch, mentre in Canada, ultima tappa di questo viaggio virtuale, ecco “Mission Hill Winery”, in British Columbia, una struttura di oltre 11.000 metri quadrati, disegnata dallo studio Olson Kundig, su cui spicca una torre di 26 metri che accoglie una campana della stessa fonderia di quelle della St. Patrick’s Cathedral di New York e del Sacré Coeur di Parigi.

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