02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

“BOLLICINE PERBENE” … IL TRENTODOC È LO SPECCHIO DEL TERRITORIO E DEI SUOI ABITANTI. A “BOLLICINE SU TRENTO” TESTIMONIANZE DI DAVERIO, SABELLICO E GRANELLO

Oggi a Trento, con il convegno “TrentoDoc: bollicine d’autore. Carattere, eleganza ed esclusività del metodo classico trentino”, che ha visto la partecipazione di Philippe Daverio, storico dell’arte e conduttore televisivo (Passepartout Rai3), Licia Granello, food editor de La Repubblica, Marco Sabellico, curatore della Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso, Fausto Peratoner, presidente dell’Istituto TrentoDoc, si è voluto analizzare il fenomeno delle “bollicine” italiane, che vede ormai da anni il predominio di Trento e della Franciacorta.

La discussione è stata aperta da Philippe Daverio che, con un intervento brillante ed incisivo, si è soffermato sull’importanza del “design del vino”, un’invenzione squisitamente italiana. In questo settore, negli ultimi 50 anni, si è registrato un forte aumento della redditività a fronte di una drastica riduzione dei consumi: da 120 litri pro capite l’anno a 30-35. Il vino si è trasformato: da prodotto povero è diventato un bene di lusso. Secondo Daverio, questo processo è il frutto di alcune brillanti intelligenze, sparse un po’ in tutta Italia, ma concentrate in Trentino e Sicilia. “La grande intuizione degli italiani - ha sottolineato lo storico dell’arte - è stata quella di utilizzare il proprio immenso patrimonio storico, culturale e tradizionale come mediazione efficace nella costruzione del brand”. Al risultato ha contribuito anche quella voglia di riscatto propria dei territori poveri alla ricerca di una modernità salvifica. “Ma in Trentino, a differenza che altrove, il vino e le bollicine hanno saputo essere moderne senza ammalarsi di contemporaneità”. Nella competizione con la Francia non mancano le differenze: cambiano il territorio, le condizioni climatiche, il terreno. “Lo champagne e lo spumante metodo classico sono due prodotti diversi, anche se nascono dallo stesso concetto - ha precisato Daverio. “In questa operazione il Trentino ha saputo servirsi delle bollicine per cambiare la propria immagine. Non si può dire lo stesso della Sicilia, che però ha qualche problema di immagine in più da risolvere”. Non è mancato nemmeno un passaggio sull’autonomia locale: “Un processo simile non sarebbe mai stato possibile senza l’autonomia. Ma non per forza una regione ricca opera bene, e questo vuol dire che il Trentino è ben amministrato”. Daverio ha poi concluso spostando l’attenzione sulla mutazione estetica del paesaggio: “Negli ultimi cinquant’anni il progresso ha fatto in modo che il nostro Paese da povero diventasse ricco, e da bello diventasse brutto, quasi per un rapporto obbligato. Non però ovunque: alcuni territori hanno capito che l’eredità del passato poteva servire per costruire il futuro. La “gente del vino” trentina è tra questi”.

“Le bollicine del TrentoDoc sono come i trentini: rigorose, serie, perbene”: questo in sintesi il pensiero di Licia Granello. Una formula capace di riassumere in modo efficace il legame che esiste tra TrentoDoc e territorio. La Granello ha anche messo in rilievo il grande successo di questo prodotto nel consumo a tutto pasto: “la nuova ristorazione d’autore ha introdotto modalità di fruizione del cibo che bene si adattano alle bollicine: dall’aperitivo al pasto completo. E questo è il risultato dell’eccellente livello qualitativo oggi raggiunto dallo spumante metodo classico”. Ma per valorizzare al massimo questi risultati è indispensabile impegnarsi nella formazione: “solo così è possibile creare un consumatore evoluto capace di saper distinguere e di saper scegliere.” Le quote di mercato si difendono innanzitutto con la formazione.

E’ toccato a Marco Sabellico, curatore della Guida dei Vini d’Italia di Gambero Rosso, affrontare il tema delle TrentoDoc da un punto di vista tecnico, spiegando le ragioni del successo che il Gambero Rosso gli ha riconosciuto nell’ultima guida Vini d’Italia. “Le bollicine del TrentoDoc sono opere della maturità; frutto della consapevolezza della vocazione del territorio e del patrimonio della tradizione. Quello che altrove richiede complesse pratiche enologiche, in Trentino avviene naturalmente senza bisogno di essere pilotato a distanza”.


Focus - Che cosa è Palazzo Roccabruna …

Palazzo Roccabruna è una dimora cinquecentesca situata nel centro storico di Trento, che la Camera di Commercio di Trento ha scelto come “casa dei prodotti trentini”, punto di riferimento per consumatori, enogastronomi e semplici interessati, desiderosi di approfondire la conoscenza dei prodotti tipici del Trentino. Il Palazzo, sede dell’Enoteca provinciale del Trentino, ospita, nell’anno, eventi e manifestazioni che hanno lo scopo di diffondere una solida cultura di prodotto legata alle tradizioni agroalimentari locali. Nei suoi ambienti opera anche l’Osservatorio delle produzioni trentine, la struttura dell’Ente camerale che studia i settori più rappresentativi dell’agroalimentare e dell’artigianato locale.

Info: www.palazzoroccabruna.it. www.enotecadeltrentino.it

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli