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VINO E TERRITORI

Canelli, culla del Moscato d’Asti, sarà Docg: l’annuncio a “Vinitaly” della conclusione dell’iter

Un percorso partito da lontano, con una storia di qualità riconosciuta, che già dalla vendemmia 2023 potrebbe uscire in versione classica e Riserva

Canelli, culla del Moscato d’Asti, con le sue “cattedrali” sotterranee patrimonio Unesco, sarà Docg. Si è infatti completato l’iter di riconoscimento del disciplinare di produzione dello storico vino e dal prossimo 6 aprile il suo nome sarà “Canelli Docg”. Le uve da vigneti composti esclusivamente dal vitigno Moscato bianco che potranno accedere alla nuova Denominazione di origine controllata e garantita, saranno quelle provenienti da 17 Comuni attorno alla sottozona Canelli, punto di passaggio tra Langhe e Monferrato. L’annuncio è stato dato oggi al “Vinitaly” dal Consorzio Asti Docg da Gianmario Cerutti, presidente dell’Associazione Produttori di Moscato Canelli: “il percorso del Canelli parte da lontano. Ha una storia lunghissima che nel 2011 ha trovato la sua concretizzazione, prima come sottozona del Moscato d’Asti, poi dal 2019 con l’iter per il riconoscimento - prima italiano, nel 2022, quindi europeo - di denominazione controllata e garantita indipendente. Di fatto la vendemmia 2023, se riusciremo a sviluppare in tempo tutte le mancanti parte burocratiche presso il Ministero e la Regione, potrebbe essere la prima effettuata all’interno di questa nuova Docg, che si stacca dalla più grande denominazione Moscato d’Asti restando però nella grande famiglia del Moscato Bianco del territorio”.
La decisione di intraprendere questo percorso di differenziazione è giustificato da una lunga storia documentata di qualità. “Già a fine Ottocento dei testi scientifici definivano il Moscato “la moda di Canelli” o Canelli come un territorio ben definito di Moscato Bianco, anche in merito alla modalità di produzione grazie all’alto potenziale dell’uva - continua Cerruti - che in questa zona si esprimeva al massimo. Addirittura nel Seicento si sosteneva che da Canelli e da Stefano Belbo si generavano i migliori Moscato dai tenimenti dei Savoia e dei Duchi di Mantova. Una sorta di certificazione che ci ha aiutato a iniziare il percorso”.
La media rivendicata negli ultimi anni è di circa 100 ettari, per una produzione di quasi un milione di bottiglie, ma l’area offre un potenziale molto più alto. Nel 1865, con Carlo Gancia, a Canelli è nato lo spumante metodo classico, antesignano dell’Asti spumante legato al 100% con le uve di Moscato. Da lì ha avuto origine la filiera della spumantizzazione, che grazie alle tecnologie di elaborazione del vino si esprime oggi nelle tipologie Asti spumante e Moscato d’Asti. La coltivazione della vite, e del Moscato è la coltura predominante nell’area di Canelli fin dal 1300. Poi lo sviluppo, soprattutto nei primi anni del ‘900 con Federico Martinotti che perfezionò il procedimento di preparazione del vino destinato alla fermentazione.
Questa stessa qualità di uva ha fatto che sì che nel nuovo disciplinare del Canelli Docg sarà possibile produrre sia la versione Classica - che riprende la tradizione della versione giovane e fresca che si mantiene anche oltre l’anno, che la Riserva che si potrà immettere nel mercato presumibilmente dopo 3 anni, perché il Moscato di Canelli a 4-5 anni dalla vendemmia evolve in qualcosa di diverso, che comprende sensazioni speziate di zafferano, note di idrocarburo tipo i Riesling d’annata. Questo amplia sia l’esperienza organolettica che le possibilità di abbinamento cibo-vino, osando addirittura piatti salati.
Ne ha dato prova la degustazione - organizzata dal Consorzio Moscato d’Asti e guidata dal direttore editoriale di Ais Nicola Bonera - che ha abbinato ai piatti dolce e salati preparati dal pasticcere veneto Riccardo Ferracina una piccola verticale di Moscato d’Asti Canelli, dallo sviluppo organolettico via via più complesso e glicerico, tendente al balsamico, a note di frutta secca e idrocarburi: Mario Torelli, Moscato d’Asti Canelli 2022; Il Falchetto, Moscato d’Asti Canelli Tenuta del Fant 2021; Scagliola, Moscato d’Asti Canelli SiFaSol 2018; L’Armangia, Moscato d’Asti Canelli 2017 e infine Cascina Cerutti, Moscato d’Asti Canelli Suri’ 2015.

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