Nel “mare magnum” della produzione spumantistica del Bel Paese ecco un altro vino che prende le mosse dall’altrettanto sterminato “giacimento” dei vitigni di antica coltivazione dello Stivale. Si tratta del primo Dosaggio Zero da uve Caprettone coltivate sul Vesuvio e si chiama “Pietrafumante”. A firmarlo Casa Setaro, l’azienda vesuviana di Massimo Setaro, 12 ettari a vigneto, con ceppi a piede franco anche di età pre-fillosserica, coltivati a biologico, per una produzione complessiva di 75.000 bottiglie. La cantina con sede nei pressi di Trecase è stata pioniera della spumantizzazione a Metodo Classico sul vulcano e la versione ottenuta da Caprettone in purezza, varietà a bacca bianca autoctona del Vesuvio, riconosciuta ufficialmente nel registro nazionale delle varietà della vite nel 2014, non era mai stato prodotta. Già il padre di Massimo, “don Vincenzo”, aveva condotto una viticoltura di salvaguardia del Caprettone, che in passato è stato sempre confuso con il Coda di Volpe e usato per lo più come uva per tagliare la Falanghina. Il “Pietrafumante” è un “méthode champenoise”, che sosta per 48 mesi sui lieviti, e la versione Brut Nature 2016 coinvolge l’olfatto con profumi agrumati che ritornano coerentemente al palato per avvolgerlo e invogliarlo a sorseggiare nuovamente. Dalla freschezza verticale con intensi accenti salati, è una bollicina dallo spiccato carattere e decisamente non banale.
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