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Corriere Della Sera / Italie

Tra arte e cibo vince il turismo del territorio ... Langhe e Monferrato hanno la crescita più spettacolare... È la regione della Fiat, della Ferrero e della Martini. Ma è anche una terra conservatrice legata alle proprie tradizioni, feconda di ottimi vini e materie prime strepitose. Prendono per la gola e attirano gourmet e bon vivant d’ogni dove, che qui scoprono sapori rari. Il settore agroalimentare è stato l’unico, nell’attuale e universale fase recessiva, ad avere aumentato nel secondo trimestre 2009 la sua produttività: +2,2% per un settore che vale il 5,3% del pil regionale. Di certo il Piemonte si è costruito la fama della qualità alimentare anche grazie al traino di Slow food, promotore di iniziative-calamita come il Salone del gusto a Torino. Ma il suo patrimonio di delicatezze è vasto e variegato: piste da sci, laghi, santuari, residenze sabaude che abbracciano Torino definendo un circuito d’arte tutelato dall’Unesco come Patrimonio Mondiale, e il più importante museo di egittologia in Europa e nel mondo dopo quello del Cairo. Il risultato? Una crescita straordinaria del turismo: in otto anni le presenze sono aumentate del 43% (gli arrivi del 37%) e nel 2008 il territorio ha registrato 11 milioni e mezzo di pernottamenti, superando anche il record olimpico del 2006. La risorsa economica che muove l’industria del turismo si aggira sui 6 miliardi di fatturato annuo (pari al 5% del pil regionale), ma ad alimentarla sono soprattutto gli italiani: 63% degli arrivi totali contro il 37% di stranieri. Tra questi, i più assidui sono i tedeschi (24%), tradizionalmente amanti dei campeggi, e i belgi (15%); mentre gli inglesi (11%) e i francesi (9%) apprezzano molto gli hotel a 4 e 5 stelle. E gli italiani? Si concentrano soprattutto a Torino e zone limitrofe (25,8%), ai laghi (24%), mentre il 27,4% è andato in montagna e l’11% in collina. La crescita turistica qualitativamente più significativa negli ultimi 8 anni riguarda però l’area delle Langhe, del Monferrato e di Roero. Come dire: vince il turismo di territorio, quello legato alle tradizioni e alle produzioni locali tanto che il Piemonte è candidato a diventare sito Unesco del patrimonio vitivinicolo. Basta dare un’occhiata al fatturato del settore enogastronomico, che si aggira sui 65 milioni. In totale gli arrivi legati alla buona tavola e al buon vino sono stati (nel 2008) oltre 85.000, con una spesa media di 750 euro a testa e una permanenza nel territorio di 5 giorni. Ma basta anche guardare il successo di Eataly, il primo supermercato dei cibi di qualità diventato tappa fissa per chi passa da Torino. A meno di due anni dall’inaugurazione aveva sfiorato i 5 milioni di visitatori. Poi è arrivato a Milano, Bologna, Tokio e New York. Ora si studia il modo di promuovere il territorio anche in Canada. Il futuro della regione è ambizioso, e il Piemonte se lo gioca con la cultura e l’energia. Torino, per esempio, decisa a tenersi sulla ribalta per almeno 2 anni: nel 2010 ci sarà l’ostensione della Sacra Sindone (sono previsti 2 milioni di visitatori) e l’autosufficienza energetica per tutta la regione nel 2013. Una vocazione, quella del Piemonte, che guarda sempre al domani, senza tradire il proprio passato.

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