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VINO E CULTURA

Dalla Winiarski Family Foundation 3,3 milioni di dollari per la Wine Writing Library della Davis

L’obiettivo è quello di fare della biblioteca dell’Università della California un punto di riferimento mondiale, tra testi antichi e lavori moderni
UC DAVIS, WINE WRITING LIBRARY, Mondo
3,3 milioni di dollari per la Wine Writing Library della Davis

Fare della Wine Writing Library della Davis, l’Università della California, la collezione più completa al mondo di opere letterarie dedicate al vino: è l’idea e lo scopo che ha spinto Warren Winiarski, fondatore della griffe della Sonoma Valley Stag’s Leap Wine Cellars, attraverso la Winiarski Family Foundation, a donare qualcosa come 3,3 milioni alla biblioteca del vino che vanta già più di 30.000 libri, manoscritti, mappe e altri materiali risalenti addirittura al 1287, tra cui carte e libri di notabili del vino americano come Robert Mondavi, Leon D. Adams, Roy Brady e Robert Thompson, tra gli altri. Una collezione aperta a tutti, dove troveranno spazio non solo le opere di Hugh Johnson e Jancis Robinson, ma anche i lavori di tanti altri celebri wine writers, oltre agli scritti di autori di libri dedicati al mondo enoico, giornalisti, critici, blogger e creatori di altri contenuti editoriali, nella convinzione che tutto ciò che è stato scritto sul vino sia stato di fondamentale importanza per la crescita enologica del settore.
“La mia speranza con questo dono è che possa creare una risorsa importante per le persone che vogliono scoprire la portata del contributo dei wine writer nello sviluppo dell’industria vinicola stessa e come hanno influenzato l’estetica del vino”, ha detto Winiarski alla Davis. “I wine writers non scrivono solo di Regioni e tipi di vino: hanno dato ai wine makers gli strumenti di cui avevano bisogno per rendere migliori i propri vini. Ed io volevo essere parte di questo sforzo, rendendo la biblioteca dell’Università della California la più importante al mondo nel suo genere - ha spiegato ancora Warren Winiarski, il primo enologo di Robwert Mondavi nel lontano 1966 - perché tutto ciò che è stato scritto negli anni ha contribuito in maniera fondamentale al dibattito sul vino, ispirandoci a trattare le uve con sempre maggior finezza e conoscenza. C’è bisogno di un vocabolario, di dare un nome a sapori e profumi per raccontare e capire il vino, ed è esattamente ciò che wine writers hanno fatto per noi”.

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