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FOCUS

Dopo un 2018 in chiaro-scuro sul mercato, Bordeaux cerca la riscossa dall’“En primeur 2019”

Nel calice l’ultima vendemmia, in attesa dei prezzi di rilascio degli châteaux, dopo un anno in cui il mercato non ha brillato per la Gironda
Bordeaux, En Primeur, vino, Mondo
I vigneti di Bordeaux

Da sempre momento di grande importanza per il mercato dei vini di lusso, la “Semain des Primeurs de Bordeaux”, pur rimanendo un termometro importante dell’economia enoica, da qualche anno, non vive più dei fasti di un tempo. Un dato su tutti: il volume d’affari sviluppato da wine merchant Uk, fondamentali per Bordeaux, dopo il picco clamoroso del 2010, quando supero i 220 milioni di sterline (in coincidenza con il boom del mercato asiatico), dal 2011 si è ridimensionato in maniera decisa, e al di là delle eccezionali annate 2015-2016, non ha più superato i 50 milioni di sterline, secondo il report dedicato a Bordeaux firmato dal Liv-Ex. Anche per questo, la Semain 2019, firmata dall’“Union des Grands Crus de Bordeaux”che si chiude domani, in attesa dei rilasci dei prezzi degli Châteaux, secondo molti potrebbe essere un punto di svolta decisivo, nel bene e nel male, per una formula di vendita “en primeur”, appunto, che sembra segnare il passo.
Negli assaggi di critica e buyer, in questi giorni a Bordeaux, c’è un’annata 2018 che, in generale, sembra molto buona dai primi assaggi, anche se tutt’altro che omogenea, con alcune zone molto danneggiate da grandine e muffa, tanto che, secondo alcune voci della critica, per alcuni Châteaux potrebbe essere una delle migliori di sempre, mentre per altri potrebbe rivelarsi un disastro. E, come sempre, il nodo nevralgico da sciogliere è quello dell’incontro tra i prezzi che gli Châteaux vorranno stabilire, e legati, ovviamente, alla qualità ed al volume della produzione, ma anche al prestigio dei singoli brand, e quelli a cui i wine merchant saranno disposti a comprare. Aspetto che ha penalizzato, per esempio, l’annata 2017, protagonista, come spiega Corney & Barrow al portale “Wine-Searcher”, della peggiore campagna di mercato di sempre, e non tanto per la qualità dei vini, quanto per i prezzi, diminuiti in media del 15-20% sul 2016, ma più alti del 5-6% sul 2015, che il mercato non ha recepito. Ed a confermarlo anche i dati, rilasciati nei giorni scorsi dal Conseil Interprofessionnel du vin de Bordeaux, secondo cui le esportazioni dei vini di Bordeaux nel 2018 sono diminuite del 14% in volume (1,9 milioni di ettolitri), per un valore, però, in leggera crescita, a 2,09 miliardi di euro, mentre le vendite interne, nella grande distribuzione francese, sono diminuite del 12% in volume (1,08 milioni di ettolitri) e del 7% in valore (a 837 milioni di euro). Un dato da attribuire, sicuramente, alla scarsità della vendemmia 2017, ma anche al crollo di mercati strategici, come la Cina, che, per i vini bordolesi, ha segnato il -22% in valore (a 311 milioni di euro) ed il -31% in volume.

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