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ECCO I SEGRETI DI UN GRANDE SUCCESSO “MADE IN TOSCANA”: CASTELLO BANFI DI MONTALCINO FA IL PIENO DI RICONOSCIMENTI INTERNAZIONALI ED ESPORTA IN TUTTO IL MONDO L’IMMAGINE DEL NOSTRO VINO

Il Wine Spectator, la “bibbia” del vino americano, ha assegnato 96 punti al suo Brunello Poggio all’Oro 1997; il Wine Enthusiast, noto magazine statunitense in grado di influenzare il mercato mondiale, ha inserito il Summus 1999 nella “Top 100” dei migliori vini del pianeta: sono solo gli ultimi due importanti riconoscimenti internazionali per Castello Banfi, la cantina più grande di Montalcino con i suoi 850 ettari vitati e i 10 milioni di bottiglie prodotte. Anche in Italia i vini di Castello Banfi, guidata dal direttore Enrico Viglierchio, hanno riscosso altissimi punteggi su tutte le guide più importanti, da quella del Gambero Rosso alla Duemila Vini dell’Associazione Italiana Sommelier, da quella de L’Espresso a Luigi Veronelli. Ma quali sono i segreti del successo di questa azienda che esporta in decine di Paesi di tutto il mondo l’immagine della Toscana e che nel 2003 ha fatturato oltre 56 milioni di euro? L’enologo di Banfi, Rudy Buratti, che nell’azienda lavora da vent’anni, spiega: “Sono tre a mio parere i punti forti di Castello Banfi, che hanno permesso il suo affermarsi nei mercati internazionali: il “fattore umano”, ovvero un team altamente qualificato di persone motivate ed esperte, il “fattore territorio”, ovvero poter contare su vigneti unici al mondo e su un eccezionale microclima, ed infine il “fattore tecnologico”, ovvero un continuo aggiornamento degli strumenti messi oggi a disposizione dalla moderna enologia. A tutto questo naturalmente occorre aggiungere un duro lavoro: ho imparato che non bisogna mai adagiarsi sugli allori, ma puntare quotidianamente a migliorarsi, con pazienza ed umiltà”.
Castello Banfi è stato l’investimento più grande e rivoluzionario dell’enologia italiana di qualità, e negli ultimi anni ha svolto un ruolo fondamentale per il rilancio del vino di Montalcino. Non solo producendo il Brunello, profondamente legato al territorio, ma anche etichette nuove come il Summus e l’Excelsus. La Castello Banfi, che possiede anche l’azienda Vigne Regali in Piemonte, ha svolto un ruolo fondamentale per diffondere la cultura dell’enoturismo in Toscana: nel trecentesco Castello, cuore dell’azienda - meta ogni anno di 40.000 turisti del vino - ospita il Museo del vetro e della bottiglia e ha potenziato l’attività di accoglienza e ospitalità con un ristorante di altissimo livello, un wine bar e l’organizzazione di eventi culturali, primo tra tutti “Jazz & Wine”, raffinata rassegna che unisce musica e grandi degustazioni. Importante punto di riferimento per l’occupazione nel territorio, Banfi impiega 350 dipendenti e ha festeggiato quest’anno il suo venticinquesimo anniversario dalla fondazione.

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