Esiste un “caso Malbec”? Forse sì, se si considera l’importanza di una volta e l’influenza diminuita della nostra epoca. Trapiantato dalla Borgogna all’ovest della Francia nel Rinascimento, secondo Pierre Galet, il Malbec assunse un ruolo preponderante in Francia dalla Dordogna fino alla frontiera spagnola e dominava denominazioni dell’importanza del Cahors e persino del Médoc. Poi il declino, graduale ma inesorabile in epoca post fillosserica: dei 30.000 ettari dell’uva di poco tempo fa, quasi 25.000 sono in Argentina e il vitigno, un po’ presente nel nordest dell’Italia, non condivide la popolarità dei Cabernet e del Merlot nella nuova viticoltura italica. Questo è sicuramente un peccato quando si riflette sulle possibilità della varietà come alternativa alla eccessiva popolarità attuale delle varietà bordolesi. Una persona, però, che ha creduto e ha sicuramente vinto la sfida è Piero Antinori, uno dei grandi viticoltori d’Italia, che ha scelto di piantare Malbec a Sovana nel sudest della provincia di Grosseto, dove non ha bisogno di combattere l’intensità dell’onnipresente Cabernet. Ricco di polifenoli, rubino profondo di colore, profumato e rievocativo di prugne e more, pieno e avvolgente al palato, il Vie Cave è stato una bella scommessa e promette molto bene nelle zone dell’Italia centrale, dove un caldo benefico e una insolazione sostenuta matura bene le nuove coltivazioni.
(Daniel Thomases)
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024