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GIÙ VIGNETI, CANTINE E IMBOTTIGLIATORI, MA IL BUSINESS COMPLESSIVO DEL SETTORE È IN CRESCITA. LO DICE ASSOENOLOGI

Calano vigneti, cantine e imbottigliatori, ma cresce il business complessivo del settore, che quest’anno potrebbe oscillare tra i 13,8-13,9 miliardi di euro, sui 13,5 miliardi del 2008. È la fotografia scattata da Assoenologi, che registra un calo della superficie vitata per la produzione di vino del -4,5% in 4 anni, più o meno della stessa entità di quello delle cantine, passate dalle 700.000 del 2005 alle 670.000 di oggi. Scende del 17% il numero degli imbottigliatori, da 30.000 a 25.000. A perdere “appeal” commerciale sarebbero soprattutto i vini rossi, sottolinea il presidente di Assoenologi Giuseppe Martelli: “allo stato attuale il nostro centro studi stima che i bianchi abbiano raggiunto il 55% del mercato totale, e che i rossi ed i rosati siano scesi al 45%”, con una perdita secca del 15% sull’ultimo quinquennio. Negli ultimi 20 anni circa - precisa Assoenologi - le superfici a vigneto in Italia sono scese di quasi il 30%, passando dai 970.000 ettari del 1990 agli attuali 684.000, mentre il calo sul 1980 e' stato del 44%, con la perdita di 286.000 ettari, ovvero più di quanti ne hanno oggi la Lombardia, la Puglia e la Sicilia insieme. E c’è la tendenza ad un ulteriore ribasso determinata sia dagli estirpi legati all’Ocm vino, sia, soprattutto negli ultimi tempi, dalla scarsa remunerazione che sta caratterizzando il comparto produttivo, condizionato dalla schizofrenia dei mercati esteri che, se complessivamente crescono in volume rispetto al 2008 (+6,9% nel primo semestre), diminuiscono sensibilmente in valore (-7,3%). Tanto che i dati dei primi sei mesi del 2009 danno un calo del prezzo unitario del 13,3% sul 2008. Ma il business complessivo dell’intero settore vitivinicolo italiano, nel 2009, potrebbe oscillare tra i 13,8-13,9 miliardi di euro, in lieve incremento sul 2008 (13,5 miliardi), mentre i valori delle esportazioni potrebbero scendere a 3,2 miliardi di euro contro i 3,5 miliardi del 2008. “Una tendenza che mette in luce - precisa Martelli - la precisa indicazione di una domanda internazionale orientata verso prodotti di buoni standard qualitativi ma ad un prezzo sempre più, contenuto che sta mettendo in crisi molte aziende disposte a rinunciare agli utili pur di mantenere i mercati”. Uno scenario che, se dovesse perdurare a lungo, determinerebbe l’uscita dal mercato di diverse realtà, iniziando dai piccoli produttori, la parte più debole della filiera. E anche sul fronte dei consumi interni la situazione non è rosea: secondo Assoenologi il consumo è sceso a 43 litri pro-capite, contro i 45 del 2007 e una tendenza ad una ulteriore diminuzione.

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