Strizza lievemente gli occhi mentre “assorbe” un sorso del suo Amarone che definisce “da aperitivo”. E non sembri un affronto al rosso principe dei vini Valpolicella: perché “quando la giornata lavorativa finisce questo è un bel modo per concedersi un momento di stacco e di rilassatezza”. Così spiega Luca Fraccaroli, che conduce Grotta del Ninfeo, terza generazione dopo il nonno Domenico e il padre Tiziano con cui nel 2002 ha deciso di vinificare le uve dei propri vigneti. L’Amarone come “apostrofo rosso” tra il lavoro e la serata è un bel suggerimento per una diversa occasione di consumo. In particolare quando si tratta di un Amarone, come questo, di grande bevibilità e bell’equilibrio, come preannuncia il colore, rosso intenso, ma non impenetrabile. Al naso ciliegie e spezie si arricchiscono di note di sottobosco. Il sorso è armonico, fresco, leggermente salino, con quella certa piccantezza tra zenzero e pepe particolare nei vini della Val di Mezzane. Il finale è lungo e con il passare del tempo sfumature poliedriche si susseguono nel bicchiere. Nel 2018 le uve sottoposte ad appassimento naturale, che rallenta la disidratazione a favore della sintesi di sostanze che ne arricchiscono il profilo, sono state pigiate per il 70% a metà novembre e per il 30% un mese dopo per poi riunirsi in un’unica fermentazione. L’affinamento in legno varia da 24 a 32 mesi a cui segue quello in bottiglia.
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