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LITI D’OLTRALPE

I produttori di vino di Francia, ancora una volta, contro il Ministro della Salute Buzyn

Lettera aperta di 64 big a “Le Figarò” contro la proposta di mettere in etichetta il “warning” che invita le donne in gravidanza a non bere alcol
Mondo
I produttori di vino di Francia, ancora una volta, contro il Ministro della Salute Buzyn

“Siamo i guardiani di un patrimonio eccezionale: quello della viticoltura francese, che è considerato un modello da tutte le viticolture del mondo. Custodi di questo patrimonio e consapevoli dei doveri che comporta, lavoriamo ogni giorno per spingere l'eccellenza dei nostri vini al più alto livello. Ogni giorno, esportando la nostra produzione, condividiamo con il mondo un po’ dell’anima della Francia. Ogni giorno, le nostre cantine, le nostre tenute e castelli, i nostri paesaggi viticoli accolgono migliaia di turisti che vengono a scoprire questa Francia”.

Comincia così la lettera aperta che 64 grandi produttori francesi, tra cui nomi come Domaine de la Romanée-Conti, Cheval-Blanc, Petrus, Yquem, Pol Roger e Roederer, tra gli altri, hanno affidato alle pagine del più importante quotidiano dei Francia, “Le Figarò”, rivolgendosi al Ministro della Salute francese, Agnès Buzyn, per protestare contro l’ennesima iniziativa anti-alcol del Ministro, che ora vorrebbe portare il logo che invita le donne in gravidanza a non bere vini, dalla retro etichetta all’etichetta delle bottiglie di vino, ingrandendone le dimensioni a due centimetri, e di colore rosso, per spiccare ancora di più.
Ennesima iniziativa della Buzyn che ha fatto infuriare i produttori di Francia, che già in febbraio si scontrarono con il Ministro, quando dichiarò che “scientificamente, il vino è un alcolico come un altro. Si lascia pensare alla popolazione francese che il vino abbia benefici che altri alcolici non hanno, ma è falso”. Parole che fecero infuriare i produttori, così come ha suscitato l’ennesima levata di scudi la proposta di un “warning” più massiccio ed impattante sulle etichette del vino. A cui i produttori hanno ribattuto, tra le altre cose, sottolineando che “sappiamo per esperienza, signora Ministro, che non è con pittogrammi repressivi sulle etichette dei nostri vini che si riduce il grave problema di salute posto dal consumo di alcol di alcuni minori e donne incinte”. Il rischio, secondo i produttori, è quello che pian piano si trasformi il vino, in Francia, una delle sue patrie nobili, in un prodotto “criminale”.

“Dovremmo, signora Ministro, mandare in giro in Francia ed in tutto il mondo i nostri vini con le etichette ricoperte di immagini lugubri?”, scrivono ancora i vignaioli francesi.
La battaglia è aperta, anche perché la Buzyn è convinta di portare in porto il provvedimento entro la fine dell’anno.

Una vicenda che, al di là della questione particolare, la dice lunga, però, su come il vino, anche nelle sue roccaforti, come la Francia, non sia più immune da cambiamenti di carattere sociale generale, come la sempre maggiore attenzione, a volte quasi maniacale, a tutte le tematiche legate alla salute.

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