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VINO E MERCATI

Ice New York: nei primi 8 mesi 2018 export del vino italiano in Usa a +9,2%, ma la Francia è davanti

Il mercato del vino Oltreoceano a due velocità: su i valori, giù i volumi, ma il Belpaese vede correre i prezzi medi
COMMERCIO VINO, EXPORT, ICE, ITALIA, NEW YORK, Mondo
La campagna "Italian Wine - Taste the Passion" dell'Ice

È un mercato a due facce quello degli Stati Uniti per il settore vino, che conferma, come rivelano i dati US Dept of Commerce, elaborati dall’Ufficio ICE di New York ed aggiornati ad agosto, analizzati da WineNews, un andamento a due velocità: le importazioni in valore hanno infatti superato i 4,15 miliardi di dollari, con una crescita del +7,7%, mentre le quantità sono scese a 7,77 milioni di ettolitri, con una contrazione del -3,5%, per un aumento dei prezzi medi che sono passati dai 4,8 dollari al litro dei primi 8 mesi del 2017 ai 5,3 dello stesso periodo del 2018. Confermata l’ottima performance dei vini spumanti e frizzanti (+10,1% in valore e +11,1% in quantità), così come l’andamento più lento dei vini rossi (+6,8% in valore e -2,9% in quantità) e soprattutto dei bianchi (+2,7% in valore e -2,6% in quantità), con la crescita maggiore che riguarda ancora i vini rosati, con +35,2% in valore e +24,1% in quantità. Ecco la cornice dentro la quale si muove il vino italiano, che fa decisamente meglio della media, ma non abbastanza per riprendersi lo scettro sottrattole dalla Francia, sempre più saldamente primo fornitore assoluto di vino sul maggiore mercato mondiale: le esportazioni sono cresciute nel complesso del +9,2% in valore e del +1,8% in quantità. In aumento anche la quota di mercato, che sale al 32% rispetto al 31,4% del 2017, ed i prezzi medi, che raggiungono i 5,8 dollari al litro contro i 5,4 dollari al litro dello scorso anno.
Analizzando i dati, emerge che l’export complessivo ha superato quota 1,32 miliardi di dollari, con il vino che rappresenta circa il 40% del totale delle esportazioni italiani del comparto agroalimentare e bevande, al quale assicura un contributo determinante. Le quantità, in controtendenza rispetto al dato generale (-3.5%), sfiorano i 2,3 milioni di ettolitri, con i prezzi medi che, come abbiamo visto, continuano a crescere, fino ai 5,8 dollari al litro.
I vini bianchi
, con 464 milioni di dollari di export, sono la componente più importante dell’export vinicolo tricolore negli Usa, con il 34% del mercato, ma nel periodo considerato sono cresciuti poco in valore (+0,5%) e diminuiti leggermente in quantità (-3,9%), con i prezzi medi della categoria che sono passati da 4,9 dollari al litro a 5,1: l’Italia, così, è il primo fornitore, con una quota di mercato del 39,9%, mentre la Francia segue al secondo posto con il 19,3%.
I vini rossi</b<, con circa 450 milioni di dollari di vendite hanno di fatto eguagliato il peso dei vini bianchi nel paniere dell’export verso gli Stati Uniti. Buona la crescita in valore (+7,1%) e in leggera flessione le quantità (-1,2%). Positivo anche l’andamento dei prezzi medi, arrivati a 6,5 dollari al litro, in crescita rispetto ai 6 dollari dell’anno precedente: anche in questo caso, l’Italia è il primo fornitore, con una quota di mercato del 32,2%, seguita dalla Francia con il 31,1%.
Sempre molto dinamico il settore dei vini spumanti e frizzanti, che rappresentano il 20% del nostro export verso gli Usa, con circa 280 milioni di dollari, e che mettono a segno una notevole crescita, sia in valore (+26,1%) che in quantità (+17,1%). Interessante anche l’aumento dei prezzi medi, passati da 5,3 dollari al litro del 2017 agli attuali 5,7 dollari al litro, con l’Italia che adesso è il secondo fornitore dopo la Francia, con una quota di mercato del 36% (nel 2017 in questo segmento il divario della quota di mercato fra i due Paesi era di quasi 28 punti percentuali, ora ridotti a 18).
In forte espansione il settore dei vini rosati, che tuttavia rappresentano appena il 2% del nostro export verso gli Usa, con 25,6 milioni di dollari nei primi otto mesi del 2018. Ottimo incremento sia in valore (+30,1%) che in quantità (+12,9%), che fa dell’Italia il secondo fornitore dopo la Francia, ma notevolmente distaccato: le quote di mercato sono rispettivamente 80,4% e 8,5%. Da registrare infine l’ottimo andamento dei vini liquorosi (+18% in valore e +16,5% in quantità) nei quali l’Italia ha una quota del 29%, dei vini aromatizzati (+42,7% in valore e +32,7% in quantità) con una quota dell’84,8%, mentre restano stabili i vini i biologici che fanno registrare un andamento costante (-0,4% in valore).
In termini generali, la Francia, come detto, è il primo fornitore, grazie in particolare al segmento dei vini spumanti e dei rosati, superando l’Italia di 84 milioni di dollari, con una crescita importante sia dei valori (+16,8%) che delle quantità (+8,6%). Buona la performance in valore della Nuova Zelanda (+7,9%), terzo fornitore, e della Spagna (+4.1%), quarto esportatore enoico in Usa, mentre sono in forte calo, sia in valore che in quantità tutti gli altri competitor, dall’Australia all’Argentina, dal Cile alla Germania.

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