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OLTRE LA PANDEMIA

Identità, sostenibilità, innovazione, futuro: le parole chiave del domani, secondo Ruffino

Le strategie della storica realtà toscana, tra Chianti Classico e Montalcino, e oggi anche del Prosecco, del gruppo Constellation Brands

Identità, sostenibilità, innovazione, futuro: sono le parole chiave con cui progetta il suo domani Ruffino, una delle più celebri realtà del vino italiano, con il cuore chiantigiano, ma ormai realtà articolata tra le tenute in Toscana (con Poggio Casciano e Montemasso, a Greve in Chianti, e Santedame e Gretole, a Castellina in Chianti, nel Chianti Classico, Greppone Mazzi a Montalcino e La Solatia a Monteriggioni) ed il Veneto, in terra di Prosecco, la ristorazione (con la Locanda Le Tre Rane e l’Agriresort, a Poggio Casciano, in Toscana). Una costellazione nella costellazione, verrebbe da dire, visto che la storica realtà fondata ne 1877 a Pontassieve, alle porte di Firenze, è dal 2011 del colosso Usa Constellation Brands. Che ora progetta un futuro fatto all’insegna del “Vivere di Gusto”, come spiegato, nei giorni scorsi, dall’ad Sandro Sartor e dal direttore comunicazione Francesco Sorelli (in un webinar condotto dal caporedattore del Tg5 Gioacchino Bonsignore).
Parlando di identità, “Vivere di Gusto”, il nuovo posizionamento di marchio firmato Ruffino, racconta al consumatore proprio questi concetti, attraverso nuove piattaforme di comunicazione:
campagna tv e campagna stampa, un nuovo sito internet ruffino.it e il nuovo web magazine viveredigusto.it, che vanno ad affiancare una nuova organizzazione dei canali social. “Anche l’enoturismo, l’ospitalità legata all’esperienza di marchio - spiega Sandro Sartor - rappresenta la sublimazione del Vivere di Gusto. È per noi una squisita sintesi di turismo rurale, culturale e gastronomico, che diversifichiamo in un ventaglio di esperienze, tutte estremamente coerenti col nostro Vivere di Gusto: tour & tasting, la locanda Le Tre Rane - Ruffino, l’enoteca Bottega del Vino, l’Agriresort Poggio Casciano con le sue colazioni e la meravigliosa piscina. Venire a Poggio Casciano significa veramente capire e beneficiare di quanto è sotteso nel sintagma Vivere di Gusto, ritrovare in questo particolare momento l’incanto dello stare insieme”.
Altro asset fondamentale, quello della sostenibilità, a 360 gradi: entro il 2025, ha sottolineato Sartor, Ruffino sarà certificata interamente sostenibile e tutte le tenute saranno a conduzione biologica, diventando così la più grande realtà vinicola toscana bio. Intanto, già a fine 2021, più del 40% dei vigneti di proprietà di Ruffino sarà a conduzione biologica. Dal 2018 tutte le Tenute Ruffino hanno ottenuto la certificazione “Biodiversity Friends” dalla World Biodiversity Association (Wba): una certificazione che premia la capacità di aver ripristinato e mantenuto la biodiversità nelle tenute. L’impegno di Ruffino verso la costante attenzione agli sprechi e all’impatto ambientale si concretizza anche nel riciclo di oltre il 75% dei rifiuti prodotti, con una particolare attenzione ad una risorsa preziosa come l’acqua.
Conduzione organica in vigna per favorire la biodiversità e una produzione sostenibile rientrano nell’alveo del progetto “Ruffino Cares”. “Che è un ampio progetto di responsabilità sociale - sottolinea Sartor - che in queste ore più che mai esprime il nostro sentimento, il nostro cuore battente e la nostra volontà di fare. Sostenibilità è anche educazione al consumo responsabile di vino che si incarna nell’idea di educare a gustare il vino ancorandolo ai sistemi relazionali tipici di noi italiani: la convivialità e la condivisione. Bere attraverso il piacere di stare insieme, quindi, non per isolarsi negli eccessi”. Tra i pilastri di Ruffino Cares, il supporto agli svantaggiati esprime l’impegno verso gli altri e la responsabilità nel sostenere le eccellenze del territorio nell’ambito dell’assistenza e del volontariato come Dynamo Camp e l’associazione MiaDi, mentre Diversity & Inclusion si pone l’obiettivo di costruire un clima aziendale aperto e inclusivo. “È un progetto a lungo termine, ambizioso, che ha l’aspirazione di rappresentare quello che l’azienda desidera far vivere nella sua essenza di marchio: la bellezza buona e sociale. Il tutto è certificato in un Bilancio di Sostenibilità che presentiamo di anno in anno”.
Tutto per guardare ad un futuro che parte da basi solide. E se per ora il gruppo non guarda con particolare interesse a nuove acquisizioni, “anche se ovviamente siamo sempre pronti a cogliere delle occasioni se si dovessero presentare”, ha detto l’ad Sandro Sartor, rispondendo a WineNews, si guarda con ottimismo al domani, con la consapevolezza di uno scenario in cui i intersecheranno opportunità e sfide. “L’azienda ha chiuso il suo bilancio fiscale con il 20% in meno del fatturato (rispetto allo scorso anno), chiudendo a 106 milioni di euro circa. La causa è soprattutto imputabile alla forte contrazione del canale horeca. L’ebitda si attesta al 16% sul fatturato. Uno scenario non semplice - ha sottolineato Sartor - la normalità non è ancora vicina e a tutto ciò si aggiungono i cambiamenti climatici che ogni anno creano nuove complessità”.
Tuttavia, non è retorico dire che la pandemia ha creato anche delle opportunità. In giapponese la parola crisi è composta dagli ideogrammi di paura e opportunità. Ruffino ritiene che ci sia una grande voglia di ritorno alla normalità, ancora più partecipata e vissuta, e che quindi il canale dell’horeca possa tornare a rivestire il ruolo che aveva prima, e forse ancora di più. Ci saranno nuove forme di socialità, che premieranno ancor di più l’enoturismo, i piccoli gruppi rispetto alle grandi aggregazioni, le visite alle nostre tenute, che offrono naturalmente scenari belli e in sicurezza. E Ruffino, anche in questo biennio dai toni chiaroscurali, ha continuato a investire: sui vigneti, sulle cantine (i più significativi investimenti sono arrivati per l’ampliamento della capacità produttiva de La Duchessa, la nostra tenuta in Veneto, in terra di Prosecco), sui propri vini e, soprattutto, sulle persone, asset imprescindibile su cui costruire il proprio futuro sostenibile.

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