02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)
“MERANO WINEFESTIVAL” 2023

Il clima sconvolge la geografia mondiale del vino: penalizzata l’Italia, avanzano Russia e Cina

L’ondata di maltempo, con la tempesta Ciaran, è l’ultimo colpo di una stagione da dimenticare per il “Vigneto Europa” dove la produzione cala del 6%
CAMBIAMENTO CLIMATICO, Coldiretti, COPA COGECA, MERANO WINEFESTIVAL, VIGNETO EUROPA, VIGNETO ITALIA, Italia
Gli effetti del cambiamento climatico sui vigneti del mondo

L’ondata di maltempo, con la tempesta Ciaran, è l’ultimo colpo di una stagione da dimenticare per il “Vigneto Europa” dove la produzione, come riportato nei giorni scorsi da WineNews, cala del 6% a causa degli effetti dei cambiamenti climatici, per un totale di poco più di 150 milioni di ettolitri. Lo ricorda un’analisi Coldiretti, su previsioni aggiornate del Copa Cogeca, diffusa nell’incontro “Vino, il futuro nel bicchiere”, nel “Merano WineFestival”, di scena da oggi al 7 novembre, a Merano.
Il clima sta di fatto cambiando la geografia del vino mondiale: se da un lato penalizza i territori viticoli nel sud del Vecchio continente e alcuni nuovi Paesi produttori, come Australia e Nuova Zelanda, oltre gli Stati Uniti sempre più minacciati dal fenomeno degli incendi, dall’altro favorisce la diffusione dei vigneti in Paesi senza una tradizione enologica, dalla Gran Bretagna alla Cina, passando per la Russia, o con la ripresa produttiva in aree che in passato l’avevano avuta come la Georgia e alcune zone del Caucaso.
A fare le spese degli effetti del cambiamento climatico quest’anno è soprattutto l’Italia dove è ancora in corso la vendemmia. Il nostro Paese, con il suo patrimonio di biodiversità, è il più esposto, spiega Coldiretti, agli effetti del meteo pazzo, considerato che le operazioni di raccolta durano oltre 100 giorni, le più lunghe d’Europa, per la presenza sul territorio nazionale di ben 504 varietà iscritte al registro viti (contro le 278 della Francia) che necessitano ognuna di tempi differenti di maturazione. Il risultato è che per la prima volta dopo sette anni, l’Italia ha perso la leadership come produttore di vino in Europa e nel mondo con una produzione stimata di 43,9 milioni di ettolitri in calo del 12% sull’anno scorso, mentre la Francia è diventata il primo produttore con 45 milioni di ettolitri, in aumento dell’1,5% sull’anno precedente.
Il maltempo ha penalizzato anche la Spagna che resta il terzo produttore europeo, ma accusa un calo del 14% sull’anno scorso, mentre in Germania la produzione stimata è stata di 8,9 milioni di ettolitri con una perdita del 2%. A causa delle conseguenze del cambiamento climatico, con un inverno secco, grandinate, inondazioni e una stagione primaverile piovosa, un forte calo della produzione è stato osservato anche in altri Paesi produttori europei come Austria (-6%), Grecia (-23%), Croazia (-31%) e Slovacchia (-20%) rispetto al 2022. Bene solo il Portogallo, dove si è constatato un aumento del 9% con una produzione di raccolto di poco inferiore a 10 milioni di ettolitri.
Dinanzi agli effetti dei cambiamenti climatici bisogna dunque tutelare il “Vigneto Italia”, sottolinea la Coldiretti, e coniugare le caratteristiche di produttività, di resistenza a patogeni e parassiti, di efficiente impiego delle risorse, con quelle di elevata qualità per il consumo e per la trasformazione. La ricerca agraria ha oggi a disposizione nuove tecnologie di miglioramento genetico che permettono di riprodurre in maniera precisa e mirata i risultati dei meccanismi alla base dell’evoluzione biologica naturale, raggruppate sotto la denominazione Tea (Tecnologie di Evoluzione Assistita). Tecniche che non implicano l’inserimento di Dna estraneo alla pianta. Per poter cogliere compiutamente queste nuove opportunità è necessario arrivare a una regolamentazione dei prodotti agricoli ottenuti da tali metodologie che oggi non trovano una adeguata collocazione a livello normativo comunitario.
“Una grande sfida per far tornare gli agricoltori protagonisti della ricerca senza che i risultati finiscano nelle mani di poche multinazionali proprietarie dei brevetti”, afferma il presidente Coldiretti, Ettore Prandini nel sottolineare la necessità di “difendere e valorizzare il patrimonio di biodiversità agraria nazionale e la distintività delle nostre campagne, garantendo nuove possibilità di crescita e sviluppo all’agroalimentare nazionale”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli