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IL FABBISOGNO IRRIGUO DEI TERROIR AL CENTRO DI UN SEMINARIO IL 16 MAGGIO A CASTELLO BANFI A MONTALCINO, TRA INQUADRAMENTO AGRONOMICO E FATTORI PEDOCLIMATICI. PERCHÉ LA RICERCA DELLA QUALITÀ PASSA ANCHE ATTRAVERSO L’USO DELL’IRRIGAZIONE IN VIGNA

La ricerca della qualità passa anche attraverso l’utilizzo dell’irrigazione in vigna. Ad affrontare il tema dell’inquadramento agronomico e i fattori pedoclimatici che determinano il fabbisogno irriguo di un terroir come quello di Montalcino è un seminario, che si terrà il 16 maggio a Castello Banfi al Castello di Poggio alle Mura a Montalcino, e che vedrà la presenza di eminenti docenti universitari ed esperti che, da sempre, collaborano alle ricerche su questo tema e che testimonieranno come l’acqua possa essere considerata il più grande fattore limitante e di come l’esperienza, sull’irrigazione localizzata a rateo variabile nel vigneto, nata a Banfi, possa essere utilizzata da altre aziende vitivinicole.
Il primo intervento tecnico sarà quello di Francesco Lizio Bruno, che illustrerà alla platea la variabilità geologica, oltre che pedologica, dei suoli che compongono i vigneti di collina. Sarà quindi la volta di Sergio Miele, professore Ordinario di Agronomia al Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali che, ricollegandosi a quanto già esposto da Lizio circa la varietà dei terreni, approfondirà l’argomento estendendolo anche alla variabilità climatica, e ci parlerà di come questi fattori determinino la necessità di irrigare. Seguirà il contributo di Attilio Scienza, Professore Ordinario di Viticoltura, Università di Milano, Dipartimento di Scienze Agrarie, Ambientali, Produzione, Territorio, Agroenergia, che esporrà la sua ricerca sui portinnesti, e analizzerà la necessità di utilizzare combinazioni di innesto diverse in base alla disponibilità idrica dei terreni su cui sono impiantati i vigneti. Il seminario proseguirà con Luigi Bonato, agronomo, il cui intervento illustrerà come, in base alle analisi effettuate su vigneti impiantati in terreni disformi, analisi fatte con mezzi diversi e che vanno dal Multiplex, al satellite, si possa determinare con estrema precisione la vigoria e, quindi, l’esigenza di intervenire in modo diverso per ogni singola area. A chiudere il seminario sarà l’intervento di Maurizio Marmugi, direttore agronomo di Banfi che presenterà l’esperienza pratica di Banfi con l’utilizzo del rateo variabile in irrigazione.
Banfi, la tenuta vitivinicola toscana di proprietà della famiglia Mariani, è conosciuta in tutto il mondo per il Brunello di Montalcino. Nasce nel 1978, quando i fratelli John e Harry, decidono di sviluppare a Montalcino un polo di eccellenza per la produzione di vini di qualità, legando indissolubilmente Banfi a questo territorio e al suo sviluppo. Il rispetto per la vocazione di questo territorio unico e straordinario, insieme alla volontà di esaltarne le caratteristiche, ha permesso di ottenere vini prestigiosi, piena espressione di questo magnifico terroir. Circa un terzo della proprietà ilcinese è coltivato a vigneto specializzato, mentre il resto è occupato da boschi, olivi, prugne e altre coltivazioni. Banfi produce vini di eccellenza anche nella tenuta piemontese, acquisita ad un solo anno di distanza da quella di Montalcino. Banfi Piemonte rappresenta la perfetta unione tra la secolare tradizione spumantistica, ereditata dalla storica cantina Bruzzone, e l’esperienza enologica maturata in Toscana. L’amore per la Toscana ha recentemente avvicinato Banfi a nuovi territori, tra i più vocati della regione: Bolgheri, Maremma e Chianti. Oggi la terza generazione della famiglia Mariani, con i cugini Cristina Mariani-May e James Mariani, coordina le attività dell’azienda, contribuendo in maniera determinante al suo sviluppo.
Info: www.castellobanfi.com

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