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Il Gusto

Trentino da amare, la missione di Cavit … Il legame profondo con il territorio, la tecnologia e la sostenibilità sono i capisaldi del Gruppo nato nel 1950. Riunisce undici cantine sociali legate a 5.250 viticoltori… “Il vero asset competitivo del Gruppo Cavit è la sua grande versatilità. Vinifichiamo oltre il 60% dell’area coltivata a vigneto del Trentino e questo ci permette di portare al pubblico una vasta varietà di vitigni autoctoni e internazionali. La strategia vincente è quindi quella di garantire ottima qualità e prodotti legati al territorio, differenziando i canali di vendita: per i canali horeca abbiamo linee come Bottega Vinai, mentre per la grande distribuzione Mastri Vernacoli. Ed è proprio questa linea, punto di riferimento per il canale gdo, che abbiamo deciso di rinnovare”. A parlare è Enrico Zanoni, direttore generale del Gruppo. Mastri Vernacoli rappresenta, infatti, il connubio tra la diversificata varietà dei vitigni del Trentino, sia autoctoni che internazionali, e l’expertise decennale di Cavit fatta di tradizione, cura e dedizione, nel pieno rispetto delle persone e dell'ambiente con una proposta di selezionati vini Doc: dal Müller Thurgau al Teroldego Rotaliano, dal Gewürztraminer al Marzemino, fino alla Nosiola, allo Chardonnay e al Lagrein. Le nuove bottiglie della linea Mastri Vernacoli saranno rivisitate nel logo e nell’etichetta, che conterrà anche un nuovo e importante dettaglio "Coltiviamo la Sostenibilità”. Un messaggio che i consumatori troveranno sull’etichetta frontale, mentre sul retro, inquadrando un QR code, si potrà accedere al sito della cantina per ulteriori informazioni e approfondimenti relativi all'approccio di Cavit rispetto alla sostenibilità attraverso il progetto Pica. “Il legame con il territorio d'origine - spiegano i responsabili - è la base della filosofia e del modus operandi di Cavit: una vera e propria mission che ha guidato, nel 2010, la nascita del progetto Pica (acronimo di Piattaforma Integrata Cartografica Agriviticola) che rappresenta la più avanzata tecnologia in Italia per l’implementazione di una viticoltura di precisione, intelligente ed eco-sostenibile”. Si tratta di un “impegno decennale del consorzio, messo in atto attraverso azioni concrete che promuovono e promuoveranno una sostenibilità ambientale, sociale ed economica”. Un impegno che nasce nel 1950 quando alcuni viticoltori si associano con l'intento di valorizzare meglio ed insieme i vini della tradizione trentina. Situata nel cuore del Trentino, a Ravina di Trento, Cavit (Cantina Viticoltori Trento) riunisce undici cantine sociali del territorio, collegate ad oltre 5.250 viticoltori della provincia, dalle quali riceve e seleziona le materie prime prodotte, controllando ogni fase: dalla raccolta, fino alla commercializzazione. Con un’area vitata pari a oltre il 60% dell’intera superficie vitata trentina, Cavit è “un esempio unico in Italia di know-how delle più avanzate tecniche di viticoltura e di ricerca enologica di avanguardia”. Cavit firma un’ampia gamma di vini e spumanti ai quali assicura uno sviluppo commerciale e promozionale che ha permesso di ottenere un fatturato consolidato nell’esercizio 2021/2022 di 264,8 milioni di euro e con quota export che rappresenta il 72% dell'intera produzione. Negli Stati Uniti, in particolare, Cavit è il marchio di vino italiano più diffuso. Inoltre, proprio in occasione del restyling di questa linea storica, Cavit ha ideato un’originale mappa “salva situazione”, per orientarsi nella scelta della tipologia di vino e relativo abbinamento food nelle occasioni conviviali più ricorrenti. Superata l’emergenza Covid, infatti, le famiglie italiane e i gruppi di amici hanno continuato ad organizzare appuntamenti conviviali domestici. Ci sono sondaggi che mettono in luce come il 30% degli italiani riceve degli ospiti ogni settimana o invita persone a casa nelle occasioni speciali, come compleanni e feste (34%). E questa pratica “guida ragionata al bere di qualità - spiegano dal Gruppo - può dare una risposta ai dubbi sulla scelta tra gli scaffali del supermercato e di avere l’opportunità di apprezzare la panoramica organolettica del Trentino attraverso i vini che via via si scelgono”.

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