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LE RIFLESSIONI

Il vino, elemento dell’identità italiana, tra economia, arte e cultura, a “Vinitaly 2023”

I messaggi d’apertura della kermesse, “la più grande ambasciata del vino italiano nel mondo”, su cui investono imprese e Governo

La filiera del vino “fattura” oltre 31 miliardi di euro, che nascono da un vigneto il cui valore patrimoniale è di 56,4 miliardi di euro, con 674.000 ettari di vigneti che trapuntano terrazzamenti montani, dolci colline, pianure e declivi che corrono verso al mare, in ogni Regione italiana. Una filiera che è rappresentata dagli oltre 4.000 produttori riuniti a “Vinitaly 2023”, in una fiera, a Verona, che oggi al 5 aprile, è la “più grande ambasciata del vino al mondo”. Un vino che è elemento identitario e culturale dell’Italia intera, che è traino di tutto l’export agroalimentare (con un valore di 8 miliardi di euro sfiorati nel 2022), al centro di una ricostruzione di quell’“orgoglio di essere italiani”, che passa dalla messa a sistema di tutto quello che è eccellenza, qualità e cultura, come racconta la metafora plastica dei due “Bacco”, quello di Caravaggio e quello “Fanciullo” di Guido Reni, portati a “Vinitaly” e per la prima volta vicini, in un “brindisi ideale” a tutto il vino del Belpaese. Messaggi e frasi lanciati al via di “Vinitaly”, dai vertici di Veronafiere, il presidente Federico Bricolo e l’ad Maurizio Danese, e dalle tante autorità sul palco, a partire dal Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che ha impresso forte la sua impronta sull’edizione n. 55 della fiera più importante del vino italiano al mondo, e del Ministro della Cultura, Gennaio Sangiuliano, “antipasto”, o meglio “aperitivo”, della venuta in blocco del Governo nei prossimi giorni, dalla confermata presenza del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, domani, a quella di diversi Ministri come annunciato più volte nei giorni scorsi. Presenti ad un “Vinitaly grandioso, che mostra tutte le potenzialità di Verona”, ha detto il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, e per la quale il sindaco di Verona, Damiano Tommasi, ha ringraziato fiera e produttori.
“Ci sono tante autorità, diplomatici, tante rappresentanze di filiera, tante aziende - ha detto il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo - un segnale importante per il mondo del vino e per “Vinitaly”, che vuole puntare sempre più su questa impronta business, per la quale il nuovo Cda ha lavorato tanto, ascoltando espositori e buyer. Abbiamo fatto un lavoro enorme su buyer da Usa, Cina e Far East, tornati in massa dopo lo stop del Covid. Un segnale importante per chi crede in noi, “Vinitaly” è la fiera più importante del vino italiano, capace di fare un audience di 4 miliardi nel mondo”.
Grazie in primis ai produttori, come ha ricordato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, sottolineando il primato di una Regione che, grazie ai suoi vini, “vale il 36% delle esportazioni italiane, e con 2,8 miliardi di euro è, per valore, la quarta potenza al mondo, dopo Francia, Italia e Spagna, e prima di Cile ed Australia. Ma dobbiamo guardare al futuro, che è anche sostenibilità, e per questo è fondamentale autorizzare i vitigni resistenti anche nei vini a denominazione”.
Per far continuare a prosperare un vino che, ha detto il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, “è elemento forte dell’identità italiana, che è anteriore alla nascita dello Stato unitario. Il vino, come la cultura. E portando a “Vinitaly” le opere di Caravaggio e Guido Reni, due maestri universali, mi dicono gli storici dell’arte che abbiamo fatto una cosa importante, e mai fatta prima, perché i due “Bacco” vicini non ci erano mai stati. E mostrare come due maestri così importanti si siano misurati sul vino e su Bacco, ci dice di quanto il vino sia parte della nostra identità. Unire vino, agricoltura e cultura è importante: con Lollobrigida stiamo lavorando tanto, insieme, perché crediamo nel Sistema Italia e vogliamo recuperare l’orgoglio di essere italiani”.
E lo si fa anche lavorando su una promozione più efficace, unitaria e sinergica, come ha detto il presidente di Veronafiere Federico Bricolo, sostenuta in maniera forte da Ice e da Simest, hanno ricordato i presidenti Matteo Zoppas e Pasquale Salzano, a supporto di un vino che, ha detto l’ad Veronafiere, Maurizio Danese, “con ogni punto del suo export, nel giro di due anni, ne traina 0,8 per il resto dell’agroalimentare”.
A chiudere l’apertura di “Vinitaly”, il “deus ex machina” di tante iniziative e della presenza del Governo, il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida: “Mario Soldati scriveva che il vino è per l’anima ciò che l’acqua è per il corpo, sintesi perfetta di quello che è il vino. Un beneficio per l’anima va difeso, perché vuol dire difendere lavoro, territorio, benessere e qualità. Verona e “Vinitaly” sono eccellenza, punti di riferimento, in una Regione, il Veneto, che viaggia oggettivamente più veloce delle altre, ma dobbiamo allinearci, perché niente è più forte del brand Italia unito. Dobbiamo lavorare di sistema, non solo il Governo o le istituzioni, ma anche gli italiani che vanno all’estero, che conoscono la qualità dei nostri prodotti e possono esserne ambasciatori. Aver portato qui la grande arte - ha detto Lollobrigida - è motivo di orgoglio, ma più di tutto lo è il coinvolgimento degli Istituti Agrari, con più di 300 studenti presenti. A loro è affidato il futuro dell’agricoltura”.
Che in Italia è fatta molto anche dagli emigrati, come è stato ricordato. “In Italia c’è bisogno di immigrazione legale, ed il primo nemico è quella illegale, e l’Italia delle regole deve dire questo prima di tutto. Poi, i flussi vanno organizzati seriamente, non come in questi ultimi anni - ha detto ancora Lollobrigida - facendo formazione, con e nelle Nazioni di provenienza: una formazione tecnica, ma anche civica e culturale, per fare davvero integrazione. Poi però dobbiamo anche dire che la manodopera estera serve quando quella interna non basta, e lo dico a chi vuole il reddito di cittadinanza, senza fare niente, e che non deve pensare che lavorare in agricoltura è svilente. E per questo, di conseguenza, pensare agli immigrati come fossero lavoratori da sfruttare, non è questo il modello di Italia che vogliamo. Un’Italia - ha chiuso Lollobrigida - che deve capire che non è tra vicini e Regioni che si fa competizione, ma nel mondo, giocando di squadra”.
In chiusura, anche la consegna del “Premio Internazionale Vinitaly”, andato a Josef Schuller, ex chairman Institute of Master of Wine e fondatore e direttore della Austrian Wine Academy, a Marco Simonit, “vine master pruner” e divulgatore del metodo Simonit & Sirch con cui ormai curano le proprie vigne le cantine più importanti d’Italia e del mondo, e a Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi e dell’Union Internationale des Oenologues. “Un Premio che dedico a tutti i produttori italiani per la loro forza e professionalità - ha detto Cotarella - ma anche a tutti gli enologi, per la capacità di aver tirato fuori dalla terra il meglio, quella qualità che aspettava di emergere illuminata dalla nostra scienza. Enologi e produttori sono un binomio inscindibile”. 

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