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INCONTRO

Il vino, volano dell’export made in Italy: vale il 13% delle esportazioni agroalimentari

Nomisma per Agronetwork: difficoltà nel primo semestre 2023, ma anche opportunità da cogliere, dai vini sostenibili ai vitigni autoctoni
AGRONETWORK, Confagricoltura, ESPORTAZIONI, LAMBERTO FRESCOBALDI, MADE IN ITALY, MERCATI, vino, Italia
Il ruolo del vino nella promozione dell’agroalimentare italiano all’estero

Nell’ultimo decennio le imprese del vino italiane hanno conquistato nuovi spazi di mercato, soprattutto in Nord America e in Asia: sebbene l’Unione Europa continui a rappresentare il principale mercato di destinazione delle esportazioni italiane (40% nel 2022), negli ultimi dieci anni è aumentato il peso di Stati Uniti e Canada (dal 27% del 2012 al 29% del 2022) e dei mercati asiatici (dal 5% al 7%). In parallelo, si è assistito ad una riqualificazione dell’export, con il calo del peso degli sfusi (attuale 19% in volume) a favore di spumanti e imbottigliati che rappresentano, rispettivamente, il 24% e il 57% delle esportazioni italiane di vino. A dirlo i risultati della ricerca “Il vino italiano nel mondo. Trend, posizionamento e prospettive” by Nomisma, nel tour Agronetwork di promozione dei prodotti agroalimentari e dei territori “L’oro in bocca”, dedicato al mondo del vino, di scena a Castello Nipozzano, storica cantina della Marchesi Frescobaldi nel Chianti Rufina.

La ricerca conferma il vino volano dell’export Made in Italy, assestandosi anche nel 2022 al primo posto (13% del totale) delle esportazioni agroalimentari italiane: un trend in continua crescita, se consideriamo che dai 4,7 miliardi di euro del 2012 siamo passati ai 7,8 miliardi del 2022 (+ 68% in 10 anni), e solo nell’ultimo anno le esportazioni sono passate da 7,1 a 7,8 miliardi di euro.

“Le esportazioni italiane rimangono concentrate nelle regioni centro-settentrionali del Paese, ma negli ultimi anni anche il sud Italia ha aumentato il proprio grado di internazionalizzazione. Nonostante Veneto (con un peso del 36% sul totale dell’export vitivinicolo italiano nel 2022), Toscana (16%), Piemonte (16%), Trentino (9%) ed Emilia Romagna (6%) continuino a rappresentare le regioni ambasciatrici del vino italiano nel mondo, tra i top-10 territori che sono riusciti a far crescere maggiormente le proprie esportazioni figurano anche Abruzzo, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia grazie a tassi di crescita a doppia cifra tra il 2012 e il 2022”, commenta Emanuele Di Faustino, responsabile Industria, Retail e Servizi Nomisma.

Il complicato scenario macroeconomico internazionale ha fatto, però, registrare, per il primo semestre 2023, una frenata per il mercato del vino: se, infatti, l’Italia ha mostrato un -0,4% a valore ed un -1,4% a volume nel periodo, Usa (-23,5% in valore) e Cile (-23,9% in valore) sembrano in caduta libera, ed il calo interessa anche la Francia, che segna un -6,1% a volume, a fronte però di un +3,1% a valore.

Se ci si focalizza sui top cinque mercati di destinazione dell’export italiano, nel primo semestre 2023, si segnala una crescita delle importazioni di vini fermi e frizzanti imbottigliati italiani solo nel Regno Unito e in Svizzera (rispettivamente +0,6% e +1,7% a valore rispetto al primo semestre 2022). Più positive le tendenze per gli spumanti, grazie in primis al traino della Francia, che nei primi sei mesi del 2023 ha visto aumentare le proprie importazioni dall’Italia di oltre il 30%, grazie al successo del Prosecco su tale mercato.

Non ci sono solo ombre, ma anche opportunità da cogliere. Secondo l’indagine condotta da Nomisma, su un campione di consumatori italiani, nei prossimi 2-3 anni a crescere di più sul mercato domestico saranno, in primis, i vini con certificazione sostenibile (38%) ed a marchio biologico (37%), seguiti da quelli prodotti da vitigni autoctoni (34%) e da piccoli produttori (32%). Sui mercati internazionali i produttori italiani - oltre ai vini con attributi green o provenienti da uno specifico territorio nazionale o prodotti con uve autoctone - prevedono una crescita anche della domanda di vini a bassa gradazione alcolica sempre più richiesti dai consumatori esteri.

“Il vino italiano, nell’insieme di tutti i prodotti della moda, dell’automotive di lusso e del cibo, non può che avere un futuro brillante. Si impone però una riflessione dopo gli aumenti che abbiamo avuto post-pandemia. Infatti, si sta assistendo a un rallentamento dei consumi specialmente nei prezzi più concorrenziali. Questa riflessione deve aiutarci a porre l’accento su una maggiore attenzione alla qualità del prodotto e alla sua comunicazione. Saranno molto importanti gli aiuti che potremo riservare alla promozione del vino italiano all’estero”, dice Lamberto Frescobaldi, alla guida della Marchesi Frescobaldi e di Unione Italiana Vini (Uiv) e nella cda Confagricoltura.

“Oggi che celebriamo i nostri vini nel mondo ritorno sul concetto di sostenibilità per il corpo e per l’ambiente. Le scelte sostenibili sono quelle che ci portano a qualificare i nostri consumi e a migliorare la qualità di ciò che consumiamo. Anche il vino, per essere più sostenibile, deve essere consumato con moderazione e rispetto, sempre ricercando la salubrità e la qualità. Aziende che rispettano l’ambiente e lavorano per l’uomo, che potrà così consumare questi prodotti con maggiore consapevolezza, grazie alla migliore informazione del consumatore ed alla responsabilità assunta dall’imprenditoria agricola”, chiosa la presidente Agronetwork Sara Farnetti.

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