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INNOVAZIONE

In Monferrato arriva “Noviagri “, l’atomizzatore che ottimizza l’utilizzo dei fitosanitari in vigna

Promosso dal Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, promette di dare un contributo fondamentale alla sostenibilità tra i filari
CONSORZIO BARBERA D'ASTI E VINI DEL MONFERRATO, MONFERRATO, NOVIAGRI, SOSTENIBILITA, Italia
I vigneti Patrimonio Unesco del Monferrato

Si chiama “Noviagri” - New application Of Vegetation Indexes in AGRIculture, ed è il progetto, voluto e promosso dal Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato e finanziato dalla Regione Piemonte, dedicato alla realizzazione di un prototipo meccanico di atomizzatore - sviluppato dalla Tecnovit, azienda leader nella progettazione di macchinari per la viticoltura - da impiegare in vigna. In sostanza, una macchina che servirà a limitare la dispersione di prodotto fitosanitario in fase di trattamento dei vigneti, con un sofisticato sistema tecnologico che incontra ottimizzazione del lavoro e basso impatto ambientale. Un’innovazione, che promette di dare un contributo fondamentale alla sostenibilità tra i filari, e che esordirà tra i vigneti del Monferrato, territorio Patrimonio dell’Umanità Unesco.
Ma come funziona? Si tratta di un macchinario che, attraverso sensori regolati da un sistema di visione e telecomunicazioni, potrà circoscrivere, gestire, orientare o interrompere i flussi e l’erogazione di prodotto fitosanitario sui filari e sulle foglie, limitandone al minimo la dispersione in terra o nell’aria e producendone un conseguente risparmio stimato attorno al 40%. Ma anche risparmio idrico, pari al 20%.
A livello tecnico, infatti, la struttura della macchina sarà caratterizzata dalla separazione dei serbatoi. Questo consentirà di dividere acqua e prodotto fitosanitario, oggi miscelati assieme, determinando due implicazioni sostanziali: quella di conservare gli eventuali esuberi e quella di gestire lo smaltimento in maniera differenziata e meno impattante, considerata appunto la separazione degli elementi.
Il prototipo sarà inoltre integrato da una App per smartphone, che fornirà informazioni per il settaggio e da un sistema di riconoscimento ottico per mezzo di immagini multispettrali ottenute con voli e droni aerei. Quest’ultimo aspetto consentirà a agricoltori e tecnici di individuare la posizione e il numero di piante infette presenti nel vigneto, permettendo così di rilevare prontamente problemi di flavescenza dorata, mal dell’esca o virosi. L’output del sistema (DDS, Decision Support System) restituirà una mappa del vigneto compresa di indicazioni relative a due rilievi: dove si trovano le piante malate e da che cosa sono affette. Ciò consentirà infine di redigere un protocollo di lotta il più mirato possibile e finalizzato a limitare l’ulteriore diffusione della patologia.
Un’innovazione concreta, dunque, che incontra la necessità di adottare strategie a basso impatto ambientale e, per estensione, apre nuovi spazi di interesse economico e turistico. In primo luogo per le eventuali declinazioni che questo prototipo può avere in altre colture; e poi perché, attraverso il vino e la viticoltura, il progetto trasforma il territorio in una regione sempre più attenta alla produzione ecosostenibile e alla natura, dove impresa e agricoltura concorrono a tutelare la salute del territorio senza sacrificare una produzione importante come quella enologica che, per tradizione e vocazione, rappresenta una delle massime espressioni del made in Italy nel mondo.
“Il ruolo del Consorzio in questo progetto è attivo e concreto. Siamo orgogliosi di essere gli apripista di un’iniziativa lungimirante e originale - spiega Filippo Mobrici, presidente Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato - che contribuisce a sviluppare una grande innovazione per la viticoltura. In primo luogo per il suo carattere altamente sostenibile, poi perché apre uno spazio di riduzione dei costi e di risparmio. Abbiamo costruito, passo dopo passo, i passaggi per giungere a questo importante risultato; abbiamo indirizzato la ricerca e le sue applicazioni partendo dalla conoscenza del nostro territorio e del lavoro dei nostri viticoltori. Continueremo a essere presenti con attenzione e a seguire ogni momento della realizzazione del prototipo, fiduciosi che il progetto possa presto avere un respiro ancora maggiore e diventare una realtà fattuale e fruibile dalle aziende, nel segno della sostenibilità e del rispetto ambientale”.
Come racconta Paolo Balsari, Professore Ordinario di Meccanica Agraria all’Università di Torino, partner del progetto, “il progetto si inserisce coerentemente nel solco delle strategie che puntano, anche a livello comunitario, a sviluppare soluzioni innovative nella sostenibilità in agricoltura. Per quanto concerne la viticoltura, oggi oltre l’80% di prodotto impiegato nei trattamenti non raggiunge il bersaglio, determinando un ingente danno economico e ambientale. L’obiettivo del progetto Noviagri è quello di ottimizzare le applicazioni e l’utilizzo di fitofarmaci in modo da scongiurare gli sprechi. L’Università di Torino affiancherà la progettazione del prototipo in tutte le sue fasi, dalla messa a punto delle componenti alla valutazione della loro efficacia. Siamo convinti che questa soluzione possa avere un ampio respiro in futuro: perché la sostenibilità deve essere trasversale e riguardare, allo stesso tempo, ambiente, economia e lavoro”.

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