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Italia Oggi

Il vignaiolo artificiale … L’intelligenza generativa è entrata in cantina… Affidare la produzione di un vino a sensori, computer, dati e algoritmi è possibile. L’intelligenza generativa è entrata anche in cantina e potrebbe avere un ruolo sempre più determinante. “L’intelligenza artificiale simula quella umana, crea algoritmi che imparano anche ad auto-correggersi. Oggi posso progettare un sistema per il processo di vinificazione, di fermentazione. Un sistema dove implemento una serie di sensori che sono in grado di misurare parametri fisici e chimici importanti come la componente aromatica, per definire la qualità del processo e quindi quella del prodotto finale ovvero il vino”. E quanto spiega a Italia Oggi Claudia Zoani, ricercatore presso la divisione biotecnologie e agroindustria dell’Enea, coordinatrice del progetto Metrofood per la sicurezza alimentare, attraverso l’uso di piattaforme digitali lungo tutta la filiera. “Posso ottimizzare il processo di fermentazione e farmi dire quando si è alla massima efficienza o quando si hanno determinate componenti aromatiche o se si hanno sentori specifici di un determinato vino”. Tenere sotto controllo i processi produttivi è anche l’obiettivo di Metrofood dove: “Si lavora per la qualità e per la sicurezza da un punto di vista della salute dei processi produttivi, perché non sviluppino contaminanti da processo anche nella fase agricola. Nel caso del vino con l'imaging spettrale si può, ad esempio, valutare la condizione fisica di ciascun acino di uva e quindi vinificare acini tutti con le stesse caratteristiche”, continua Zoani. “Lavorare con l'intelligenza artificiale vuol dire controllare origine, tracciabilità e trasparenza attraverso la blockchain. La digitalizzazione può fornire un contributo importante a tutti i grandi temi dell’agroalimentare, anche quelli della sostenibilità e dell’economia circolare. L’intelligenza artificiale è un attore centrale di tutta la filiera agroalimentare”, conclude la ricercatrice Enea. Un sistema di intelligenza generativa nel settore vino può essere addestrato su un ampio dataset di descrizioni di vini, che includono informazioni come il vitigno, la regione di produzione, il profilo aromatico e le note di degustazione. Oggi si ha lo sviluppo di algoritmi che generano recensioni, suggeriscono abbinamenti di cibo e vino. Tra questi, c’è Vinobot, progetto di ricerca dell’Università della California a Davis, che utilizza intelligenza artificiale e robot per monitorare e gestire i vigneti. Ava Wineryè un’azienda di San Francisco che ha utilizzato l’intelligenza generativa per creare “vini di sintesi”. Utilizzando algoritmi di apprendimento automatico, Ava Winery analizza i profili chimici dei vini tradizionali e cerca di riprodurre quei profili chimici combinando componenti chimici disponibili commercialmente. In questo modo, l’azienda cerca di creare vini con sapori simili a quelli dei vini tradizionali, ma senza coltivare uve. VinLab, sviluppata da Cambridge Consultants, utilizza intelligenza artificiale per esaminare i profili sensoriali dei vini, come l’aroma e il gusto, e generare recensioni e valutazioni dei vini. In Italia al momento si lavora per realizzare chatbot in grado di supportare i sommelier nella descrizione dei vini e nel loro abbinamento con il cibo. Violoc è, invece, il progetto di l’Università di Pisa, Cnr e Università della Tuscia, che prevede l’utilizzo in vigna e in cantina di una sensoristica on chip a connettività remota, in grado di cambiare il sistema analitico nel settore viticolo enologico, con il risultato di aumentare la qualità del prodotto finale e ridurre i costi per l’azienda.

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