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Italia Oggi

Diletta Tonello, presidente del consorzio veneto: era un vino da taglio, ora cresce in valore … Dal Durello un min di bottiglie. Record perle bollicine dei Lessini. Il clima? Non fa paura… Un passo dopo l’altro e le bollicine Lessini Durello varcano la soglia del milione di bottiglie. Un record storico per un vitigno “da sempre bistrattato e un vino considerato utile solo per il taglio” osserva Diletta Tonello, presidente del Consorzio vini Lessini Durello. “Oggi ci riconoscono quella qualità che sta trainando le vendite, sia dello spumante ottenuto con il metodo Charmat che quello prodotto con il metodo classico. Siamo pronti per nuove sfide”. Lo spumante prodotto a cavallo delle colline di Verona e Vicenza, in Lessinia, è trasversale a tutte le fasce di consumatori, attratti dalle note fresche e fruttate e con un moderato contenuto alcolico. Il direttore del Consorzio Igor Gladich aggiunge che il percorso qualitativo del Durello è stato molto impegnativo “e oggi questa straordinaria uva a bacca bianca, acida e adatta alla spumantizzazione, celebra anche il record storico con un milione di bottiglie prodotte, il 35% delle quali metodo classico”. Secondo i produttori, il dualismo produttivo aiuta a crescere: con lo Charmat si fa cassa e con il metodo classico s’investe sul valore. Per quest’ultimo la maturazione in cantina può arrivare fino a 60 mesi: si dilaziona l’incasso ma si alza il prezzo. L’acidità della durella la pone al riparo dagli effetti del cambiamento climatico. “La nostra uva ha quel giusto grado di acidità”, sottolinea Tonello, “che ci dà garanzie rispetto al climate change. Siamo molto meno preoccupati dei produttori del Franciacorta”. Fin dove può arrivare la crescita? Molto lontano, sostiene Wolfgang Raifer, direttore del gruppo vitivinicolo Cadis 1898 che produce il 70% del Durello e che ipotizza di spingere la crescita degli ettari della sua coo perativa da 400 a 1.500 ettari. “Oggi”, sottolinea, “stiamo costituendo le scorte del Metodo classico indispensabili per poter sostenere con continuità lo sviluppo delle vendite”. Cadis 1898 è un gigante con 40 milioni di bottiglie fra Valpolicella, Soave, Durello, Custoza, Bardolino e Garda. Il consorzio di tutela Lessini Durello, partito, con 7 soci, oggi ne conta 34. Gli ettari iscritti alla Doc sono 500: si sviluppano in un contesto naturale bucolico su 7 comuni in provincia di Verona e 20 in provincia di Vicenza. Nel contesto rientra il parco naturale dei Monti Lessini. Oggi lo slancio delle cantine della doc va oltre il punto d’equilibrio del milione di bottiglie prodotte. Secondo i dati Masaf, allo scorso 30 maggio le giacenze di Lessini Durello ammontavano a circa 1,8 min di bottiglie, +25% sul 2022 e +42% sul 2021. Rispetto al 2018 le giacenze sono schizzate del 465%. Cos’è successo? “Si spiega soprattutto con il decollo del metodo classico”, risponde Gladich, “ma, indubbiamente, c’è un rallentamento della domanda che coinvolge tutte le doc”. Prova di forza invece del Durello Igt sfuso (utilizzato per i vini da tavola e per i blend): alla Borsa merci di Verona il prezzo è raddoppiato nell’arco di 12 mesi a 0,90 centesimi/litro. Infine, sulla possibilità che le 14 sottozone in cui è divisa la Doc Durello finiscano in etichetta, Gladich sottolinea che oggi questa scelta potrebbe complicare tutto. “Del tema ne stiamo discutendo, ma le cose vanno fatte al momento giusto. Sarò comunque la base sociale a decidere”.

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