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Italia Oggi

Terre Cevico brinda all’export … Accelera sulla sperimentazione e lancia il vino in lattina… “Stiamo accelerando sulla sperimentazione e la ricerca, abbiamo realizzato nove vitigni da incroci che dovrebbero risultare resistenti anche al cambiamento climatico. Abbiamo continualo a investire nonostante pandemia, crisi energetica, carenza di materie prime, guerra in Ucraina e da ultime le due alluvioni di maggio che per fortuna hanno provocato danni limitati agli impianti produttivi”: Marco Nannetti è presidente di Terre Cevico, gruppo cooperativo con sede a Lugo (Ravenna) che si colloca al 12° posto nella classifica dei principali produttori di vino italiani, con 740 mila ettolitri di vino attraverso i propri marchi, 6.700 ettari di vigneto, 23 unità produttive e 5 impianti di imbottigliamento (343 dipendenti). Esporta in 70 Paesi, tra cui Usa (1,1 milioni di curo), Giappone (4,5 milioni) e Cina (2,7 milioni). Il compleanno (60 anni) è stato festeggiato con un fatturato consolidato di 175 milioni, di cui 72,8 min dall’export. “Si tratta di un balzo in avanti”, spiega Nannetti, “poiché nel 2003 l’estero risultava appena 2,1 milioni. Ma i mercati esteri sono sempre più importanti di fronte a una stagnazione dei consumi interni. Abbiamo appena realizzato un accordo con Gallo Family, tra i principali viticoltori americani, per sviluppare ulteriormente la penetrazione dei nostri vini su quel mercato”. Quali sono i trend del consumo del vino? “I consumi”, risponde Nannetti, “stanno risentendo dei cambiamenti climatici, col caldo si riduce il ricorso al vino. Quelli bianchi sono in crescita e suppliscono a una contrazione, attorno al 10%, di quelli rossi. Si chiede meno gradazione e per questo la stiamo abbassando. Le bottiglie importanti stanno diventando un consumo del fine settimana. Infine c'è molta attenzione al marchio”. Oltre a Terre Cevico, tra le altre etichette del gruppo vi sono Montresor (azienda veronese), Medici (sede a Reggio Emilia), Rocche Malatestiane. L’ultima nata è la linea Tutto è possibile, biologica e di scarsa gradazione. I tre principali paesi che assorbono il vino bio sono Corea del Sud, Svezia e Svizzera. Tra i nuovi prodotti, le bottiglie pronte di Spritz e Sangria. Oltre al vino in lattina (col marchio Sancrispino) già in commercio ma che sarà lanciato presto in grande stile. Le lattine sono di piccolo formato: 200 ml, destinate sia al mercato interno sia a quello estero. Nata nel 1963 per commercializzare vino sf'uso, Terre Cevico ha vissuto una straordinaria crescita dimensionale, sono 2.200 i viticoltori che conferiscono ogni anno 120 milioni di chili d'uva per circa 118 milioni di bottiglie, quasi una su due va all’estero. Sul piano organizzativo è stata realizzata l'economia circolare, con il 98% dei rifiuti destinati al recupero. Conclude Marco Nannetti: “la vitivinicoltura italiana ha raggiunto importanti primati e non può accettare di essere penalizzata dall’Ue. Sono giuste le regole sulla sostenibilità ma debbono essere chiare, applicabili e non soggette a continue variazioni. Per l’agroindustria è un settore strategico, va difeso in Europa contro la cecità di qualcuno e gli interessi di altri”.

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