Etichette vino, la deroga è d’aiuto. Ma la crisi morde… La deroga concessa con il decreto del sette dicembre 2023 dal ministro dell’agricoltura, Francesco Lollobrigida, al regolamento Ue n. 2021/2117 permette ai produttori divino italiani di tirare un sospiro di sollievo, ma la questione rimane complessa e si aggiunge alle difficoltà che il settore sta attraversando in questo periodo, alle prese con la stagnazione delle vendite e i costi di produzione in rialzo. È emerso chiaramente al webinar organizzato nei giorni scorsi da Confagricoltura con Luigi Polizzi, direttore generale per le politiche internazionali e dell’Unione europea del ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf), Roberta Capecci e Salvatore Alberino dell’Ispettorato Centrale della tutela della qualità e della Repressione frodi. Con loro, il dirigente confederale Vincenzo Lenucci e la referente del comparto vino, Palma Esposito. Centinaia i partecipanti, un coro unanime: la burocrazia pone vincoli troppo impattanti per le imprese, in termini organizzativi ed economici, e la confusione normativa genera caos ed evidenti disomogeneità tra i Paesi produttori. Il regolamento Ue in questione riguarda i nuovi obblighi di etichettatura relativi all’elenco degli ingredienti e alla dichiarazione nutrizionale dei prodotti vitivinicoli aromatizzati. Due assolute novità che sono entrate in vigore a partire dall’8 dicembre scorso e che richiedono molti chiarimenti, sia perché la Commissione europea ha impartito alcune indicazioni soltanto nell’imminenza della scadenza dell’entrata in vigore delle nuove regole, sia perché il Masaf, con il decreto del 7 dicembre, ha accolto il coro di proteste delle aziende e ha consentito in deroga fino all'8 marzo 2024 l’etichettatura e la commercializzazione dei vini e dei prodotti vitivinicoli aromatizzati anche con etichette riportanti il simbolo ISO 2760 “i” accanto al Qr Code che rimanda alle informazioni relative alla lista degli ingredienti e della dichiarazione nutrizionale. Il decreto, evidenzia Confagricoltura, non è una proroga all’entrata in vigore della normativa europea, i cui obblighi restano in vigore dall’8 dicembre scorso, ma è una deroga esclusivamente all’obbligo di utilizzo delle etichette che non corrispondono pienamente alle indicazioni della Commissione europea, avendo riportato il simbolo “i”, anziché la dicitura con almeno la parola “ingredienti”, come da regolamento Ue n. 1169/2011. Il provvedimento italiano specifica anche che la deroga è concessa “solo per il vino e i prodotti vitivinicoli circolanti sul territorio nazionale”. Secondo il ministero, il dm assicura anche il rispetto dei principi della sostenibilità economica ambientale, permettendo infatti l’utilizzo e l’esaurimento delle etichette già in magazzino.
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