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Italia Oggi

Il barolista Damilano diversifica nel Timorasso dei Colli Tortonesi. Preliminare per 8 ettari … L’azienda segue la strada tracciala da altri blasonati produttori di Barolo e Barbaresco… Il barolista Damilano diversifica nel Timorasso dei Colli Tortonesi. La cantina di Barolo ha siglato un accordo preliminare per acquistare circa 8 ettari di vigneto. L’atto finale d’acquisto dovrebbe essere sottoscritto a dicembre. Una svolta per l’azienda della famiglia Damilano, storicamente coinvolta nei rossi delle Langhe, anche se produce un bianco Langhe Arneis. Damilano segue così la strada tracciata da altri blasonati produttori di Barolo e Barbaresco, come Vietti, Borgogno, Renato Ratti, Martinetti, Roagna, Pio Cesare, Oddero, La Spinetta, Sordo e Voerzio Martini. Il Derthona Timorasso è un vitigno autoctono della provincia di Alessandria, a bacca bianca, longevo e di buona struttura. La produzione è limitata ad appena 1 mln di bottiglie, come l’estensione del vigneto: 340 ettari con una cinquantina di produttori. Damilano tace sullo shopping nel Tortonese. Guido Damilano si limita a dire: “Vorremmo crescere, ma in Langa i prezzi sono stellari, inconciliabili con un normale concetto di ritorno sul capitale. Dobbiamo però rafforzarci nei bianchi: ci piaceva il Pinot dell’Alto Adige, ma da un sondaggio sul campo ci hanno fatto proposte fino a 2 milioni ad ettaro”. Difficilmente il vigneto che Damilano sta per rilevare sia piantato a Timorasso, potrebbe trattarsi di Barbera o Cortese. “In generale, è raro che un vigneto piantato a Timorasso venga ceduto", dichiara Walter Massa produttore-guru del vitigno autoctono. “Comunque le quotazioni del piantato oscillano fra 150 e 200 mila euro a ettaro mentre il terreno nudo vale da 30 a 50 mila euro”. Damilano è una delle cantine storiche di Barolo. Dal 1997 il timone dell’azienda è in mano a Mario e Paolo, rispettivamente, presidente e ceo del gruppo che opera anche nelle acque minerali e nella ristorazione. Guido è dg della cantina. La nuova generazione ha da subito lavorato per la valorizzazione del vitigno principe delle Langhe, il Nebbiolo, e in special modo per mettere in bottiglia le menzioni geografiche più votate, prima fra tutte Cannubi. Da questa collina l’azienda vanta i cru Barolo Docg Cannubi e Barolo Docg Riserva Cannubi 1752. Accanto ai due vini portabandiera ci sono i Baroli Brunate, Cerequio, Liste e Raviole. Damilano conta su 57 ettari vitati collocati tra Barolo, Grinzane Cavour, La Morra, Sino e Casorzo. La produzione del 2021 è stata di 386 mila bottiglie, di cui 129 mila baroli. “Quest’anno la vendemmia è stata difficile a causa della siccità”, commenta l’enologo Alessandro Bonelli. “I volumi sono stati inferiori del 20% rispetto al 2021, ma la qualità è di alto livello. Alla fine siamo contenti così perché poteva andare peggio”. Sul fronte commerciale, Guido Damilano sottolinea che, nonostante le variabili geopolitiche e sociali, “la domanda rimane robusta in Italia e all’estero, in particolare negli Stati Uniti, dove il dollaro forte ci dà anche una mano. Confidiamo che la crescita, a due cifre, possa continuare fino a dicembre. E se così fosse, il fatturato potrebbe avvicinarsi ai 6 min di euro”.

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