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Italia Oggi

Il vino che rispetta l’ambiente. Fra i consumatori exploit per le etichette biologiche … A Bologna Slow Wine, da domenica, la, fiera con la direzione artistica di Slow Food… Che non si tratti di un’usuale fiera del vino lo indica l’appunto che si trova sotto il logo: direzione artistica di Slow Food. Con tale griffe si presenta Slow Wine Fair, una tre giorni organizzata dalla Fiera di Bologna e dedicata ai vini che rispettano l’ambiente in partenza domenica: 750 cantine presenti, anche straniere (ospiti d'onore i vini georgiani, armeni e turchi), 3 mila etichette. Non manca l’indagine al consumo, realizzata da Nomisma, che rileva l’exploit del biologico: un italiano su due oggi sceglie vino bio. Poi c’è l’ormai immancabile aspetto ambientale. A spiegarlo è il fondatore di Slow Food, Carlo Petrini: “Serve una presa di consapevolezza nuova e urgente perché il clima sta mutando rapidamente e la siccità avanza, si rischia di vedere stravolta la viticultura europea. I vignaioli debbono confrontarsi e avviare una gestione comune delle risorse naturali”. Aggiunge Giancarlo Gariglio, coordinatore della manifestazione: “Con Slow Wine Fair vogliamo cambiare il paradigma con cui si comprano e si vendono i vini. Sappiamo che è una missione molto complicata ma solo lavorando sull’educazione dei consumatori e sulla formazione di chi commercializza le bottiglie si può sperare di modificare radicalmente il sistema di produzione, privilegiando metodi che preservino le risorse naturali e che incrementino la fertilità del suolo abbandonando la chimica di sintesi”. II programma della rassegna propone Masterclass (lunedì sulla biodinamica e sulla degustazione di Champagne Lombard), conferenze (tra le altre, domenica, quella su vino e cultura) e premi (alla migliore carta dei vini). Sarà affrontato anche il problema dell’etichetta “sanitaria” autorizzata dall'Europa, per ora in Irlanda. Commenta Marco Caliceti, vice-presidente di Confagricoltura Bologna: “La decisione della Commissione Ue di non contrastare le misure introdotte dalla normativa irlandese è un atto molto grave in quanto dà l’opportunità a ogni singolo Paese di intraprendere iniziative nazionali unilaterali, creando un potenziale ostacolo al funzionamento de] mercato unico. Le aziende che esportano rischiano infatti di essere fortemente colpite dalle varie interpretazioni che i singoli Stati possono dare. Questo sistema di etichettatura è poi penalizzante e fuorviante per il consumatore”. Appassionati, buyer e professionisti avranno la possibilità di scoprire negli stand di Slow Wine Fair vini frutto di un’agricoltura sostenibile, le cui parole d’ordine sono biodiversità, tutela del paesaggio agricolo, uso ponderato delle sue risorse, crescita culturale e sociale delle comunità contadine. Del resto la qualità è premiante. L’Italia ha chiuso il 2022 con un nuovo record dell’export che ha toccato gli 8 miliardi di euro (+12% rispetto al 2021). Sono state conquistate quote di mercato negli Stati Uniti (+16,2%), Regno Unito (+32,7%), Canada (+21,7%), Giappone:+25,3%) e Corea del Sud (+9,6%). Una riflessione merita il calo. Dell’export italiano in Germania (-11,9%n )e in Cina (-7,2%i). L’andamento complessivo ha comunque consentito di attenuare il contraccolpo della guerra in Ucraina. Il mercato russo valeva quasi un miliardo di euro, quello ucraino 133 milioni di euro e l’Italia era il primo fornitore in entrambi i Paesi con una quota del 30%. La Russia ha aumentato l’import dalla Georgia ma il vino italiano èriuscito comunque a continuare a essere esportato, pur se con più fatica.

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