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Italia Oggi

Al sole l’alberello di Pantelleria … Bene la vendemmia, ma manca manodopera qualificata… Una vendemmia abbandonante rende il clima di Pantelleria meno incerto. La raccolta delle uve Zibibbo è alle battute finali e quest'anno le previsioni del Consorzio dei vini Doc Pantelleria indicano una buona crescita, +15/+20%. Si dovrebbero superare abbondantemente i 20 mila quintali per un prezzo medio delle uve intorno ai 130 euro a quintale. Tuttavia la produzione attuale non arriva al 6% rispetto ai 365 mila quintali degli anni ‘60: “Ma questa finisce tutte nelle bottiglie” precisa il presidente del consorzio, Benedetto Renda, ceo di Cantine Pellegrino. Anche gli ettari sono drasticamente calati dai 5 mila degli anni ‘80 ai 407 (-91%) rivendicati l'anno scorso, ancora molto polverizzati. Hanno giocato contro l'abbandono di vigneti e terrazzamenti, non ritenuti redditizi dai giovani che emigrano, mentre si è sviluppato il turismo. Paradossalmente nella terra della vite ad alberello Unesco non ci sono scuole di agraria o viticoltura. “Le ultime borse di studio di viticoltura e agraria messe a bando dal Consorzio (4 per 2 mila euro cadauno ndr)”, interviene Fabrizio Basile, produttore e membro del cda del Consorzio, “non sono state assegnate per mancanza di candidati. Questo dà la misura della carenza di manodopera, oltre che della mancanza di ricambio generazionale: molti imprenditori non hanno figli e chi li ha non ha ottenuto la disponibilità”. Oggi le cantine sono soltanto ventidue e i viticoltori 410: coltivano quasi esclusivamente Zibibbo, l’uva aromatica per Moscato e Passito e per vini fermi e spumanti. Il 60% della produzione viene ceduto a Cantine Pellegrino mentre il 18% viene prodotto da Donna Fugata che sull’isola controlla 68 ettari di vigneti fra proprietà e affitto. Quote più piccole sono quelle di Abraxas ,De Bartoli, Basile, Murana. Potendo contare su volumi elevati, Cantine Pellegrino è un big nella fornitura alla gdo a prezzi contenuti. Per esempio, in Esselunga il Passito di Pantelleria da 37 cl è offerto al consumo a 11 euro, il Passito liquoroso da 50 cl a 7,95 euro, lo Zibibbo liquoroso Terre siciliane 50 cl a 5 euro. Mentre su Tannico, il Passito di punta Nes da 50 cl vale 28,50 euro. “In realtà a Pantelleria il vino non è soltanto il business di riferimento”, sottolinea Renda; “il Consorzio agisce da collante rispetto alle altre attività economiche dell’isola, come per esempio i business del cappero, dell'olio e degli agrumi”. L’anno scorso rispetto agli 8.800 ettolitri di vino imbottigliati, l’81% ha riguardato i passiti, il 10% i moscati e il resto Pantelleria bianco, frizzante e spumanti. Quale il futuro? “Va consolidata la produzione di passito e moscato”, risponde il presidente del Consorzio, “ma bisogna accelerare su Pantelleria bianco e spumante. Oggi rappresentano appena l’8% dell’imbottigliato, ma un pezzo del futuro è legato a queste produzioni”. Serve più promozione per i vini di Pantelleria e il Consorzio (ha un bilancio di appena 70 mila euro) punta al decreto Centinaio (n. 302355) che stanzia per la promozione 25 mln per la partecipazione a fiere ed eventi.

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