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Italia Oggi

Vinitaly brinda alla sostenibilità … Tornano Cina e Giappone, arriva l’Africa con nove Stati… Domani si stappa. Quattro mila aziende e mille buyer da 68 paesi invitati e ospitati: è il Vinitaly, che si apre a Verona (fino al 5 aprile). C’è il gran ritorno di Cina e Giappone e si affaccia l’Africa, con nove stati rappresentati. L’industria vinicola del Belpaese vale 31,3 miliardi di euro, impegna 530 mila aziende con circa 870 mila addetti. Con 7,4 miliardi di euro di esportazioni nette, il vino si colloca al primo posto nel saldo commerciale. “Troppo spesso il vino non è considerato dalla comunità economica per la sua reale dimensione”, ha commentato l'amministratore delegato di Veronafiere, Maurizio Danese. “Il settore, con le sue imprese, è cresciuto e ha affinato la propria managerialità fino a diventare un capitale strategico del prodotto Italia”. Tutto bene? Sì, ma non mancano le preoccupazioni: dalle incertezze geopolitiche che si scaricano sui mercati al cambiamento climatico, che rende la transizione ambientale non solo un dovere ma una necessità, a cominciare dal minore uso di chimica sulle vigne e al contingentamento dell’acqua. Al Vinitaly si parlerà di tutto questo, ma l’appuntamento è soprattutto la grande vetrina del vino italiano, sempre più presente nel mondo, dove oggi una bottiglia su quattro è made in Italy. La Sardegna è presente con 72 cantine e col panificatore Riccardo Porta che dimostrerà come il pane possa essere abbinato a diverse tipologie di vino, in base alle farine utilizzate e al procedimento di cottura. Poi c'è una sorta di vino green, quello di casa Tinazzi, col quartier generale a Lazise (Verona) e cento ettari di vigneti tra Veneto, Puglia (con la nuova linea Duca delle Corone) e Toscana. Punta sulla sostenibilità ambientale e ha adottato un codice di condotta anche dei fornitori, tutti responsabili nei confronti dell'ambiente e delle persone coinvolte nella produzione, anche le sue bottiglie diventano più leggere per ridurre i consumi energetici, di trasporto e di smaltimento. Pure Terre di Ger, in Friuli, vicino a Pordenone, si muove su questa linea. “Ho realizzato”, dice il suo “profeta”, Robert Spinazzè, “incroci naturali tra vinifere europee e una piccola parte di altre viti di origini americane e asiatiche portatrici dei geni della resistenza e quindi sono piante in grado di difendersi da sole dalle principali malattie della vite”. La cantina Col Vetoraz (Valdobbiadene, Treviso) risponde proponendo un abbinamento singolare: il suo spumante con un pre-antipasto a base di spuma di patate, sedano rapa, panna acida e caviale (copyright Paolo Speranzon, locanda San Martino d'Alpago, Belluno). Sempre da Valdobbiadene arriva la Linea Collection, ovvero quattro prosecchi (di cui uno rosé) ottenuti da vendemmia a mano, col marchio Val d’Oca, a cura della cantina dei produttori locali con 600 soci. Anche gli operatori vinicoli del lago di Garda si sono riuniti e il Consorzio Garda Doc festeggia a Verona il traguardo di 20 milioni di bottiglie e la cantina Lorenzon, a San Canzian d'Isonzo (Gorizia), propone il suo Ribolla Gialla (Feudi di Romans) con macerazione in anfore di ceramica fatte a mano. Mentre Valpolicella va orgogliosa del suo Amarone. “Nasce”, spiega Marco Dal Forno, a capo dell’omonima azienda, “dall’appassimento e dalla successiva vinificazione delle uve Corvina, Corvina grossa, Rondinella, Oseleta e Croatina. Le parcelle sono composte da vigneti con un’età media superiore ai 25 anni. L’appassimento delle uve dura almeno 70-80 giorni. Dopo la svinatura il vino sosta in barrique tra i 24 e i 36 mesi per poi affinare in bottiglia. Entra in commercio non prima di 7 anni dalla vendemmia”. C’è anche chi vuole portare a scuola i vignaioli. E il Politecnico di Milano che attraverso Poli.design ha ideato il corso formativo (sarà presentato il 2 aprile alle 16,15) “Progettare il futuro del vino». Spiega Silvia Baratta, direttrice tecnica del corso: “Il mondo del vino è spesso ripiegato su sé stesso e ha una visione unilaterale delle cose. Deve cambiare”. Infine, le curiosità. Tommaso Caporale, enogastronomo e direttore della web tv Vinitalia, darà dimostrazione del metodo che s’è inventato: la caratterizzazione dei vini spumanti attraverso il suono delle bollicine nel calice, senza ricorrere all’assaggio (il 2 aprile alle 21.00). Il Consorzio dei vini del Chianti classico ha addirittura realizzato un film “per raccontare la storia del marchio Gallo Nero con parole e immagini toccanti, portando alla luce il vissuto e le esperienze di coloro che lo hanno reso protagonista”. E ci sono ancora luoghi di culto con tradizione vitivinicola, di qui l’appuntamento con otto vini, raggruppati in fiera nel Santo Bevitore: vini di abbazie e monasteri.

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