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Italia Oggi

Botti piene e c’è la vendemmia … A tre mesi dal raccolto giacenze per 56,6 mln di ettolitri… Cantine piene e domanda debole a soli tre mesi dalla nuova vendemmia. Secondo il ministero dell’agricoltura, lo scorso 30 aprile le cantine avevano vino in giacenza per 56,6 mln di ettolitri, il 5,3% in più rispetto a un anno prima. La crescita delle giacenze riguarda soprattutto i vini Dop (9%) e Igt (+1,3%) che rappresentano circa l’80% del totale; seguono i vini varietali (+2,5%) e da tavola (+1,8%). Gli stock sono concentrati in Veneto, Puglia e Sicilia. Fino a ieri i consorzi di Prosecco Doc, Conegliano Valdobbiadene e Delle Venezie hanno gestito al meglio la produzione ricorrendo agli strumenti di regolazione del Testo unico del vino (legge 238 del 2016), oltre che con vendite brillanti. Nel 2023 la musica è cambiata: il calo della domanda non riguarda solo Puglia e Sicilia. Il Prosecco Doc ha stock per 4,9 mln di ettolitri (+37% su aprile 2021),l’11% del totale; il Prosecco Valdobbiadene sfiora gli 800 mila (+13%) e Delle Venezie 1,49 mln (+21%). Nel Mezzogiorno, la Puglia ha giacenze per 2,6 mln (+29% sul 2021), il Salento 1,7 mln (+46%) e il Primitivo 574 mila (+42%). In Abruzzo, il Montepulciano registra 1,54 mln di ettolitri, +8%. Più a Sud, la Sicilia ha cumulato 1,8 mln di ettolitri (+18%) e Terre siciliane 1,6 mln (+20%). Ferme o in contrazione, big come Toscana, Chianti, Chianti classico, Rubicone, Veneto ed Emilia. Stabili anche Franciacorta, Barolo, Brunello, Amarone, Bolgheri. Che fare? Alcuni consorzi hanno deciso o stanno per ricorrere dall’art. 39 del Testo unico sul vino con tagli delle rese, riserve vendemmiali e congelamento dei diritti d’impianto mentre alcune regioni puntano sulla più comoda distillazione di emergenza (vino trasformato in alcol e disinfettanti), tra cui Lazio, Puglia e Campania. Il direttore del Consorzio Prosecco Doc, Luca Giavi, annuncia: “Nelle prossime settimane il cda e i soci delibereranno sulla prossima vendemmia avvalendosi degli strumenti previsti dalla legge. Le giacenze ci sono e vanno gestite anche se stimiamo di chiudere il 2023 sui livelli dell’anno prima”. Per il resto Giavi non nasconde che “la crescita del Prosecco tende allo zero nonostante in Francia e Usa i consumi aumentino. Con un'inflazione all’8% è evidente che le famiglie preferiscano tagliare gli acquisti del vino e non di pasta e carne”. In Abruzzo, invece, il calice amaro è stato già servito. “Il Consorzio ha disposto per la vendemmia 2023 del Montepulciano Doc la riduzione del 20% delle rese per ettaro rivendicabile” annuncia il presidente Alessandro Nicodemi. “E’ un provvedimento traumatico ma c’è un evidente squilibrio fra domanda ed offerta. La distillazione non ci convince perché si corre il rischio che il basso prezzo di ritiro del vino fissi anche i prezzi di mercato del futuro”. Peraltro, alle richieste della distillazione di crisi, il ministro dell’agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha risposto che le risorse potrebbero essere stornate da quelle destinate alla promozione. Posizione inaccettabile per Unione italiana vini mentre Federvini tace. Antonio Rallo, presidente del Consorzio Doc Sicilia, si dichiara favorevole alla distillazione e ritiene che normalmente ci siano “sempre resti di fondi pubblici non impegnati. Sarebbe meglio non rimandarli alla Ue che, in caso di accoglimento della distillazione, ci chiederà un blocco dell’1% della produzione. Almeno questa è la voce ricorrente”. Quale la soglia di convenienza della distillazione? “Servono almeno 50 centesimi a litro per il rosso e 40 per i bianchi. In Sicilia la quota ottimale di giacenze da eliminare sarebbe il 10%”.

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