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Italia Oggi

Più formazione nel settore del vino. Le nuove proposte dei giovani produttori vinicoli ... Il mondo dei produttori vinicoli è scosso da una crisi strisciante e da non pochi interrogativi sul futuro. I mali sono antichi: i vignaioli sono tanti e le produzioni troppo piccole, i costi sono in continuo aumento e i margini si riducono, il passaggio all’euro, che ha portato a un momentaneo afflusso di capitali, si è poi trasformato in un boomerang, soprattutto sul fronte dell’export. Ma non basta: i problemi del settore sono anche in vigna, con impianti spesso troppo vecchi e macchinari di cantina non sempre all’altezza, e nella commercializzazione, dove il canale della gdo è sempre più importante, ma inaccessibile alle piccole produzioni. Infine, mancano in troppi produttori la formazione, sostituita dalla sola esperienza tramandata e la consapevolezza che, nel mondo mediatico, serve fare una giusta comunicazione.

Su queste tematiche si è confrontata a Cortina d’Ampezzo l’Associazione Giovani Imprenditori Vinicoli (Agivi), in un forum allargato al mondo dell’università e della comunicazione. Un forum che ha tentato di parlare chiaro, sottolineando, per esempio, per bocca del presidente, Enrico Frei Donà, la mancanza di un dialogo, su queste tematiche, sia con le associazioni di riferimento, sia con le istituzioni. Fatte le debite critiche ad un mondo sordo alle problematiche dei giovani vignaioli, Agivi è però passata alla fase propositiva. Parlando di formazione, per esempio, con Francesco Venier, direttore del Mib di Trieste e del master in Wine Business.

“E’ scarsa”, ha sottolineato Venier, “la formazione manageriale nel settore, ma soprattutto manca la consapevolezza che la comunicazione è fattore importante per lo sviluppo del business”. E siccome la comunicazione costa e i singoli produttori quasi sempre non potrebbero accedervi, ecco la necessità di unirsi per una comunicazione di rete, alla base del successo di tanti distretti industriali.
“Occorre poi puntare, più che sul canale horeca, su quella della gdo”, come ha spiegato Filippo Cesarini, “direttore commerciale di VoloRosso, gruppo vitivinicolo innovativo quanto a comunicazione e a canali di vendita”. In buona sostanza, i giovani produttori puntano a instaurare un rapporto nuovo con il cliente finale, cercando di ascoltarne, per quanto possibile, i gusti.

Una scelta che ha già dato buoni risultati (crescita della cultura del vino, caratterizzazione delle scelte d’acquisto, scambio di esperirne e di pareri tra produttori e clienti finali) con wine bar.

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